San Giovanni Rotondo, 30/03/2023 – (operapadrepio.it) La piccola Elena l’ha suonata con forza e gioia la sua Campanella del Sollievo dopo esattamente due anni dalla diagnosi.
L’ha suonata – come scrive in una lettera piena di speranza mamma Beatrice – per poter finalmente sognare un futuro sereno, per ringraziare il personale del reparto di Oncoematologia Pediatrica e il duro lavoro dei ricercatori oncologici, per dare speranza a chi ancora combatte la sua battaglia e per i bambini e i ragazzi che purtroppo non ce l’hanno fatta. L’ha suonata tra le braccia della mamma, vicina al suo papà e al suo fratellino, accanto ai nonni e a tutto il personale sanitario per festeggiare finalmente i suoi nuovi giorni pieni di vita.
La lettera di mamma Beatrice
Elena ed io siamo ghiotte di gelati artigianali. Ne mangiamo sempre tantissimi, quasi ogni pomeriggio, anche in inverno! Elena ed io amiamo il mare. Me lo immagino in spiaggia – mentre mangiamo il gelato – il nostro momento della verità, tra 10 anni, o chissà quando in futuro. Bisognerà raccontarla con le giuste parole questa disavventura, il miracolo avvenuto per questa figlia nata e rinata in soli 6 anni.
Elena è stata la bimba sognata fin dai tempi in cui il papà, militare, ancora lavorava in giro per il mondo ed io, mamma, ero una giovane studentessa universitaria a Padova. Padova, che fino a due anni fa era la città della spensieratezza, oggi è diventata la città di tutte le risposte e le nostre speranze. Ci sono voluti 9 mesi e due sole ostetriche per mettere al mondo Elena, poi abbiamo avuto bisogno di tutti voi e un protocollo terapeutico lungo due anni per riportarla in vita. Ci sono voluti decine e decine di donatori di sangue, piastrine, plasma che mai conosceremo e ai quali siamo infinitamente grati.
In questo momento, abbiamo qui sotto i nostri occhi uno spettacolo meraviglioso, che è nostra figlia. Ma non solo! Elena è la nuova figlia della ricerca, della medicina, di chi ha il culto del dono, di tutti voi, nessuno escluso, che avete curato non solo lei, ma anche l’animo affranto e ridotto a brandelli di noi genitori e ci avete dato la forza per accompagnarla fin qui oggi, mantenendo la lucidità, la calma e la speranza sempre.
I volti di ciascun medico, infermiere, anestesista, di ciascuna operatrice socio sanitaria, delle ragazze dell’A.G.A.P.E., dei maestri Stefania e Mirko, degli specializzandi sono associati a sentimenti, parole e momenti che resteranno indelebili. Ogni angolo del reparto è un ricordo e un’emozione, fino a questo preciso angolino. Proprio questo sotto la Campana del Sollievo che fortemente abbiamo voluto installare a dimostrazione del fatto che l’oncoematologia pediatrica non è solo il luogo costituito dalla saletta in cui si comunicano ai genitori le diagnosi e dalle stanze in cui si somministrano le chemio. L’oncoematologia pediatrica è anche il reparto in cui i bambini guariscono e festeggiano la vittoria insieme all’equipe che li ha accompagnati fino alla rinascita.
Oggi siamo qui a suonare questa campanella. E la suoneremo con forza per 5 ragioni, in particolare: per augurare alla nostra bimba un futuro sereno e in salute; per ringraziare tutti voi per ogni nuovo giorno regalatoci accanto a nostra figlia, per il supporto, la carica e la speranza che ci avete donato al punto da renderci coraggiosi abbastanza da mettere al mondo Manfredi, il fratellino di Elena, proprio nel mentre della nostra lotta. È fantastico realizzare che due anni fa siamo arrivati davanti alla porta di questo reparto in cinque: Elena, noi genitori e i nonni, sempre presenti dal primo all’ultimo ricovero.
Oggi siamo qui in sei, pronti a condividere questa gioia insieme ad un piccolino in più, l’altro arcobaleno tangibile della nostra famiglia. Inoltre, suoneremo forte questa campanella per ringraziare tutti i ricercatori che hanno lavorato per creare il protocollo di cura così efficace a cui siamo stati arruolati e che, quotidianamente, si impegnano per sconfiggere il male del secolo. La suoneremo per dare la speranza a chi oggi ancora è nel pieno delle terapie: una vita dopo il cancro è possibile! E, infine, ancora più forte, vorremmo suonarla per tutti quei bambini e ragazzi che fino a questo punto non ci sono arrivati e, esattamente come noi, meritavano la gioia della vittoria. Con tutto il nostro cuore, martoriato sì, ma ancora in grado di amare tanto e anche più di prima, grazie a tutti voi per questi nuovi giorni pieni di vita! Fonte: operapadrepio.it