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Carcinoma della vescica, basterà un campione d’urina per individuarlo 

Se ne parlerà nella sala Nassiriya al Senato il prossimo 5 novembre. Puglia pioniera nell’innovazione.
immagine di archivio

ROMA – Basterà un semplice esame delle urine, con questo nuovo test ad elevata automazione, per identificare i principali markers molecolari che indicano la presenza di una neoplasia.

Un’importante e storica innovazione nelle tecniche di monitoraggio dei pazienti in follow up, ma soprattutto la possibilità di identificare precocemente i tumori della vescica nei pazienti, sintomatici e non, grazie ad un apposito test molecolare innovativo, finalizzato all’identificazione precoce delle neoplasie vescicali da utilizzare oltre che nel monitoraggio dei pazienti con storia di neoplasia vescicale, anche nello screening dei pazienti ad alto rischio, sintomatici e non.

Si tratta di una vera e propria sfida in campo medico di cui si parlerà nella sala Nassiriya del Senato della Repubblica, a Roma, il prossimo 5 novembre alle 12. 

L’iniziativa è fortemente voluta dal senatore pugliese Ignazio Zullo, membro della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale). Relatori, oltre allo stesso parlamentare,  saranno Luigi Ceci, direttore U.O.C. Patologia Clinica e Microbiologia all’ospedale Bonomo di Andria, Luigi Cormio, direttore U.O.C. Urologia dello stesso nosocomio e ordinario di Urologia all’Università di Foggia, Emiliano Giardina, direttore U.O.C. Medicina Genomica Fondazione Santa Lucia – Università Tor Vergata di Roma, Giuliana Giribaldi, dipartimento di Oncologia all’Università di Torino, Vito Felice Uricchio, commissario straordinario per gli interventi di bonifica e riqualificazione e ambientalizzazione dell’area di Taranto. Modera Michela Iacobellis, responsabile Anatomia Patologica dell’ospedale Di Venere di Bari.

All’incontro, che verterà sui progressi in ambito oncologico della diagnostica non invasiva, si parlerà anche dei fattori di rischio ambientali e professionali per il tumore della vescica, della ricerca finalizzata all’ulteriore implementazione dei test molecolari non invasivi, della possibilità che il nuovo test possa ridurre il ricorso alla citologia urinaria ed alla cistoscopia, con conseguente riduzione del ricorso a queste metodiche, con i loro costi ed i loro potenziali disagi.

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