Con la limitazione e l’annullamento delle feste religiose e degli eventi civili, ad essere stato fortemente penalizzato sin dall’inizio della pandemia è il settore legato alla fabbricazione, distribuzione e vendita dei fuochi pirotecnici.
Nonostante questa categoria sia stata fortemente danneggiata sul piano economico, non risulta essere inserita nell’attuale Decreto Ristori emanato dal governo. Difatti, a tutt’oggi, anche dopo il recente DPCM del 3 novembre 2020, le attività pirotecniche non hanno alcun divieto.
Giuseppe Chiarappa, titolare della nota fabbrica di fuochi pirotecnici a San Severo, ha lanciato un appello: più aiuti dal governo, con l’annullamento delle tasse e contributi. “Siamo rimasti bloccati da quando è iniziata la pandemia – ha detto Giuseppe – e secondo le previsioni, almeno per la nostra categoria, la situazione resterà bloccata fino alla fine del 2021, dato il tempo di somministrazione e risultato del vaccino”.
Anche l’Associazione Pirotecnica Italiana si sta adoperando per un dialogo con il governo, sperando possa accogliere le numerose richieste da parte degli operatori di questo settore, che in Italia è composto da duemila imprese e diecimila lavoratori.
Fonte: StatoQuotidiano