Foce Varano, 18 giugno 2021 – Quasi 40 milioni di metri quadrati di spiagge in Italia, negli ultimi 50 anni, sono stati cancellati dall’azione dell’erosione. Il fenomeno non ha risparmiato, purtroppo, neppure il mare Adriatico. I dati, riferiti da Legambiente, focalizzano un problema che non accenna a fermarsi nonostante siano in vigore, dal 1985, i vincoli della legge Galasso, in favore della valorizzazione e dell’accessibilità delle aree costiere.
“È un problema che esiste anche a Foce Varano, come in altre coste garganiche – ha avvertito il dr. Primiano Schiavone, Segretario Regionale dell’Associazione ONLUS “Ambiente e/è Vita” – In questo caso, a Foce Varano, i flussi di accumulo sono stati interrotti dalle costruzioni realizzate sulle dune, comunemente qui chiamate “molfe”. Riducendo il tratto di spiaggia che attenua la forza del mare, esso arriva con violenza a ridosso del sistema dunale, corrodendo la costa”.
“Se non ci saranno interventi, ci troveremo con il mare dentro le case – ha proseguito Schiavone, che propone l’attivazione di varie tipologie d’intervento attraverso accordi di programma denominati “Contratti di costa, di fiume o di lago”, che mirano a gestire in maniera integrata tutto il territorio costiero.
Una possibile soluzione non sarebbe suggerita dalle barriere frangiflutti, che secondo Schiavone non risolverebbero l’azione dell’erosione, ma la trasferirebbero altrove: “I frangiflutti sposterebbero il problema, ad esempio qui a Foce Varano, verso Capojale o verso Rodi Garganico. Noi ambientalisti siamo più favorevoli ad interventi meno invasivi, come quello di una creazione di colonie di Posidonia, una pianta acquatica che cresce sui fondali e a ridosso della costa”. La Posidonia, che tra le virtù è anche in grado di produrre circa 10 litri di ossigeno per metro quadrato di foglie, ad oggi è una delle poche difese naturali della costa italiana, ed anch’essa rischia di scomparire a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.