Gargano, 19 febbraio 2022 – Dall’alba dei tempi le piante spontanee hanno assicurato la sopravvivenza dell’uomo, per le loro caratteristiche alimentari e anche medicali. Sebbene la scoperta dell’agricoltura ha portato ad avviare un processo di domesticazione delle piante, la raccolta delle erbe edibili non si è mai arrestata, anche se nei tempi più recenti ha subito avuto una brusca frenata.
Saperi e sapori quasi dimenticati e che si cerca di riscoprirli e rivalutarli. “Oggi c’è interesse tra la gente, anche perché l’etnobotanica ha fatto emergere nelle erbe selvatiche valori nutraceutici – riferisce etnobotanico Nello Biscotti – riconoscendogli delle proprietà che il cibo di oggi non garantisce più. Le erbe spontanee non soltanto ci nutrono, ma mantengono in salute il nostro organismo”.
Ogni comunità ha costruito dei precisi rapporti con il mondo vivente. Il Gargano è ricco di erbe spontanee edibili, dove il consumo culinario segue un’antica tradizione. “Ogni territorio ha le sue erbe selvatiche ma vi sono interessanti differenze nelle specie che si utilizzano, nelle parti (foglie, fiori, steli) e ovviamente nelle modalità culinarie. Differenze che si esaltano anche tra territori vicini. In ciò risiede il valore bioculturale di questi saperi che l’etnobotanica sta scientificamente documentando. L’uomo così, indirettamente con le erbe selvatiche ha aggiunto altra biodiversità a quella naturale, una biodiversità che ha aumentato la disponibilità di cibo – conclude Biscotti”
Articolo di Valerio Agricola, riprese e montaggio di Vittorio Agricola