FOGGIA – La Piccola compagnia impertinente di Foggia non è solo teatro, ma anche arte visiva. Con l’inaugurazione della mostra “TimeZone” , curata da Samuele Romano, la compagnia esplora il concetto di tempo attraverso una fusione di arte e teatro. La mostra, che partirà il 14 novembre, invita il pubblico a riflettere su come le differenze temporali influenzino le esperienze e le relazioni.
“TimeZone” presenta opere di tre artisti contemporanei di Capitanata, creando un dialogo tra passato, presente e futuro. Gli appuntamenti sono tre e propongono una selezione di opere che spaziano dalla pittura alla fotografia e al collage. Includono “Involucri Materici” (dal 14 al 17 novembre), una personale di Roberta Giuffrè che mette in risalto la matericità dei corpi e la vulnerabilità della pelle umana. Le sue opere, tridimensionali e “da toccare”, esplorano l’intimità e la prossemica del corpo attraverso l’uso di pittura materica; “Memoria della Festa” (dal 12 al 15 dicembre), le fotografie di Giovanni Rinaldi che catturano l’essenza teatrale delle feste e dei rituali pugliesi. Con un corpus costituito da migliaia di scatti in bianco e nero, le sue immagini privilegiano i momenti simbolici ed estetici delle cerimonie, raccontando storie visive che attraversano il Gargano, il Tavoliere, il Subappennino Dauno e oltre; “Collage, decollage e altre storie” (dal 9 al 12 gennaio), una personale di Filippo Quaranta, noto come “nepo”, che crea collage e décollage utilizzando materiali di scarto della società dei consumi. Attraverso vecchie riviste, cartoline e manifesti pubblicitari, Quaranta esplora la cultura del passato con un approccio rigorosamente analogico, setacciando mercatini e rigattieri per dare nuova vita a ciò che è stato dimenticato.
“Il fuso orario non è solo un aspetto tecnico della vita quotidiana – spiega Samuele Romano -, rappresenta anche una metafora per il modo in cui viviamo e percepiamo il tempo. TimeZone diventa quindi un luogo di riflessione e introspezione”.
Le performance teatrali a cura del laboratorio della Piccola compagnia impertinente arricchiscono ulteriormente l’esperienza, offrendo rappresentazioni che invitano alla riflessione personale e all’introspezione.
“La componente teatrale negli eventi arricchisce ulteriormente l’esperienza – chiarisce Pierluigi Bevilacqua, direttore artistico della PCI e co-ideatore della mostra -. Ogni rappresentazione è un viaggio che invita il pubblico a riflettere sulle proprie esperienze legate al tempo. La fusione di parole e movimenti crea un’atmosfera unica che vuole coinvolgere gli spettatori in un modo profondo e personale”.
La prima performance teatrale è in programma sabato 16 novembre alle 20.00 in occasione della presentazione delle opere di Roberta Giuffrè, che sarà presente allo spettacolo serale.
La mostra è visitabile il giovedì dalle 18.00 alle 20.30, il venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, il sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 21.00, e la domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00.
In questa cornice Sandro Cappai porterà “un po’ di tensione” sul palco di Via Castiglione 49 nell’ambito del secondo appuntamento della rassegna “Stand-up Comedy 2024/2025”.
Dopo il successo dello spettacolo inaugurale con Martina Catuzzi, il 17 novembre alle 20.00 lo stand-up comedian e autore comico cagliaritano presenterà il suo nuovo show “C’è un po’ di tensione”.
Co-fondatore del progetto Stand-up Comedy Sardegna e membro della redazione di Lercio.it, Cappai ha anche condotto i podcast “I Pugedos” e “Tazza di Caffè”. Nel 2019 ha registrato uno speciale per la serie “Italian Stand Up”, distribuito su Prime Video e Rai 5, e nel 2022 ha pubblicato su YouTube il comedy special “Non è andata proprio così”, superando il mezzo milione di visualizzazioni. Il suo ultimo tour “Non si muore così facilmente” ha registrato sold out in numerose città italiane, totalizzando oltre 80 repliche. Ora, Cappai è pronto a tornare sul palco con il nuovo live show “C’è un po’ di tensione”, prodotto da The Comedy Club.
“C’è un po’ di tensione” affronta temi vari e spesso controversi come guerre nucleari, terapia, razzismo, viaggi in treno, ipocondria e ipocrisia, intrecciando scenari apocalittici a storie di vita quotidiana. Con la sua comicità intelligente e tagliente, Cappai promette risate e riflessioni, in un mix che mantiene alta la tensione dello spettacolo dall’inizio alla fine.
La rassegna, curata dal direttore artistico Pierluigi Bevilacqua, continuerà il 15 dicembre con Daniele Fabbri e si concluderà il 10 gennaio con Davide Calgaro.
Per maggiori informazioni si possono contattare i numeri di telefono 329.3848435 e 0881.1961158.
SCHEDE ARTISTI
ROBERTA GIUFFRÈ
Il mio nome è Roberta Giuffrè, nasco a San Giovanni Rotondo (Foggia) nel 1996. Il mio approccio con la pittura è molto gestuale perché riesco a mettere in risalto le azioni in connessione libera e diretta con il materiale artistico che utilizzo. La ricerca artistica a cui mi sono legata si concentra prevalentemente sulla matericità dei corpi, sulla pelle e l’incarnato, accompagnato ad uno studio che ruota attorno alla figura umana, statica o in movimento. Per quanto i nudi siano integrali, l’intento è quello di discostarmi dall’accademismo, concentrando l’attenzione sull’aspetto fisico del corpo, mettendo in risalto la carne nella sua integrità, senza ideali e stereotipi. È un concetto che coinvolge la vulnerabilità, l’intimità e la nostra relazione con ciò che di noi è materia. I miei dipinti vertono ad esaltare la pelle che abitiamo, evidenziando la prossemica (atteggiamento spazio-posturale del corpo), movimento che si collega ad una spiegazione comportamentale dell’essere umano. Con l’utilizzo della pittura materica (combinazione di colori, texture e materiali sintetici o naturali) si dà vita a qualcosa di profondo e reale, creando tridimensionalità
sulla tela. L’effetto ottenuto è un’opera non solo da vedere, ma anche “da toccare”.
GIOVANNI RINALDI
Il corpus di base è costituito da migliaia di scatti che documentano ogni singola occasione festiva con sequenze di tipo analitico, con diverse prospettive spaziali e cronologiche. Ho scelto le sole fotografie in bianconero, privilegiando l’aspetto “teatrale” delle cerimonie festive e rituali.
La scelta è stata quella di cogliere le immagini ‘a campione’, tralasciando il ‘racconto’ di ogni singola occasione. Una scelta fatta con lo sguardo del presente e con la memoria visiva personale, privilegiando i momenti costitutivi e simbolici delle feste e dei rituali, con un’attenzione particolare alla dimensione estetica e rappresentativa, piuttosto che didascalica e documentaria.
Un percorso che si snoda e distende sul territorio pugliese, dal Gargano attraverso il Tavoliere, il Subappennino Dauno, la Terra di Bari, fino a raggiungere Brindisi e Ostuni.
[la selezione di fotografie è ricavata dalla mostra allestita nel 2014 per la Fondazione Banca del Monte di Foggia]
FILIPPO QUARANTA (nepo)
Per dar vita ai miei collage e décollage mi servo dei materiali di scarto culturale della società dei consumi: vecchie riviste (mai più riviste) quotidiani (d’un quotidiano ormai remoto), cartoline (spedite o mai spedite), dispense (ormai non più indispensabili), quaderni (già scritti o da scrivere ancora), manifesti pubblicitari (scaduti già il giorno dopo l’affissione). Perlustro e setaccio i mercatini di quartiere, i rigattieri, i second-hand, i vecchi negozi gestiti da anziani -non più al passo con le novità esistenziali del post-moderno- che sanno di polvere e muffa, di ogni tempo e luogo che mi capiti di visitare; ma anche le cantine di amici e parenti, le edicole cadute degli antichi templi dell’informazione, i cesti delle offerte. Mi chiamo Filippo Quaranta, in arte “nepo”. Sono un collagista. Lo avrete capito, rigorosamente analogico.