“Un disastro annunciato, nel silenzio colpevole di chi aveva il dovere di intervenire per il bene comune.” Con queste parole dure e incisive Virgilio Caivano, Portavoce del Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani, denuncia la drammatica situazione idrica che sta travolgendo le aree interne del Mezzogiorno, con 300 mila persone sull’orlo del precipizio e centinaia di aziende già in ginocchio.
Il geologo e docente universitario Sabino Aquino, considerato una vera enciclopedia vivente nel campo dell’idrogeologia, aveva lanciato l’allarme mesi fa. In un articolo del 4 maggio 2024 pubblicato su Il Mattino, Aquino aveva evidenziato come le anomalie climatiche nel territorio irpino stessero portando a una scarsità di pioggia e a una drammatica diminuzione della “ricarica” dei bacini acquiferi profondi.
“Le precipitazioni efficaci, quelle utili per alimentare le sorgenti, sono sempre più scarse, e le elevate temperature unite all’assenza di piogge stanno determinando una ridotta disponibilità idrica” – aveva avvertito Aquino.
Oggi quelle parole, che avrebbero dovuto far scattare l’allarme, appaiono come un grido inascoltato. “Parole al vento” – attacca Caivano – “di uno scienziato autorevole che ha dedicato la sua vita al mondo idrico. Almeno le scuse, da parte di chi, con ruoli e responsabilità diverse, ha portato il Mezzogiorno in questa situazione drammatica.”
UNA REGIA UNICA PER IL GOVERNO DELL’ACQUA
“Serve una regia unica, un vero governo delle acque, con competenze tecniche e specifiche, non l’ennesimo poltronificio politico” – continua Caivano, riportando anche le preoccupazioni condivise durante una lunga conversazione con il Prof. Aquino.
Le previsioni sono inquietanti: entro il 2100, le acque dell’Appennino meridionale subiranno un dimezzamento radicale, con conseguenze devastanti per le comunità locali, le economie agricole e la stessa sopravvivenza di interi territori.
UN FUTURO INCERTO
“Il Mezzogiorno dovrà affrontare una doppia crisi: quella demografica e quella idrica. Due emergenze che, se non gestite con una visione strategica e interventi concreti, rischiano di condannare intere generazioni” – conclude Caivano con amarezza.
Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani rinnova l’appello per un intervento immediato del Governo nazionale e delle Regioni, affinché questa emergenza non venga più ignorata. Il futuro del Sud e delle sue comunità dipende da una gestione responsabile e condivisa delle risorse idriche, oggi più che mai bene comune da proteggere.