Peschici, 04 aprile 2021. È un appello che si unisce al coro unanime dei titolari di agriturismi, che come tanti altri ristoratori, è una categoria pesantemente in ginocchio per le ingenti perdite di presenze e di incassi, dopo le chiusure imposte dal Governo per contrastare il propagarsi del virus Covid-19.
A manifestare il proprio disappunto sulle attuali restrizioni, in vigore da ottobre con una pausa in zona gialla tra febbraio e marzo, è Vincenzo Di Troia, che con sua moglie Losito Maria Giovanna è titolare dell’Agriturismo “Pane e Vino”, in agro di Peschici, lungo la SS 89.
“L’anno scorso abbiamo avuto un grosso danno – ha espresso Vincenzo – ma quest’anno è ancora peggio. Non sappiamo ancora quando finirà. L’anno scorso abbiamo avuto soltanto dei contributi di piccolo importo. Quest’anno, invece, neanche un euro”. Vincenzo ha spiegato, con bollette alla mano, che stando chiusi hanno sulle spalle oltre 1.000 euro di spese al mese, di sola energia elettrica tra frigoriferi e congelatori. I contributi ricevuti finora dallo Stato non sono riusciti a coprire una minima parte delle spese, neanche per pagare le bollette di corrente elettrica. “Abbiamo avuto un forte danno economico, per non parlare del cibo deteriorato e che è stato buttato – ha proseguito Vincenzo – Chi ci governa non riesce a comprendere cosa significa subire tutti questi danni”.
Ciò che chiede Vincenzo è di poter semplicemente lavorare, con tutte le dovute precauzioni, con mascherina, gel e persino predisponendo un distanziamento maggiore tra i tavoli rispetto a quanto stabilito dalle norme anti-contagio. “Abbiamo degli spazi, sia interni che esterni, molto ampi. I tavoli all’esterno possono essere disposti in maniera più distanziata – ha detto Vincenzo, aggiungendo “Per chi non ha questa possibilità, di predisporre distanziamenti nella propria attività, è giusto che venga riconosciuto con i contributi statali”.
Articolo di Valerio Agricola – Servizio a cura di Giuseppe Laganella – Riprese e montaggio a cura di Vittorio Agricola