È bandito il “Premio Letterario Internazionale IL TRATTURO MAGNO” III^ edizione, la cui cerimonia di premiazione si terrà nella città di Foggia sabato 25 novembre 2023, alle ore 16,00 presso il Palazzo della Dogana.
I Tratturi, una rete di antichi percorsi che ci raccontano la storia di ieri e ci prospettano un futuro di rigenerazione sociale ed economica dei territori attraversati. La pastorizia transumante, che sedimenta i Tratturi sul territorio italiano si afferma nel corso della rivoluzione neolitica, (in Italia intorno al 4000 a.c. ) con variazioni spazio temporali tra le diverse regioni.
Le radici del fenomeno si possono trovare nelle antichissime abitudini dell’uomo che, seguendo sia il proprio istinto, sia il moto delle stelle, il corso dei fiumi e i pascoli per il bestiame, diviene migrante periodico. Prima che Roma incidesse sulla penisola con il più grande disegno stradale dell’antichità, i Tratturi erano già in uso nei traffici commerciali e spostamenti umani. Il nome Tratturo compare durante gli ultimi secoli dell’impero romano, come deformazione del termine latino tractoria, vocabolo che, nei Codici di Teodosio (401-460) e di Giustiniano (482-565), designava il privilegio dell’uso gratuito del suolo di proprietà dello Stato, che venne esteso, in tal senso, al transito delle greggi.
La transumanza ha costituito, nella realtà storica, un fenomeno molto complesso, che ha coinvolto diversi aspetti della vita e della cultura dei popoli che hanno vissuto questa esperienza. Nata come migrazione spontanea degli animali che seguivano i pascoli più verdi, divenne nel IV secolo a. c., un fenomeno gestito e controllato dal popolo dei Sanniti e già nel VII secolo a.c. i Dauni dell’antica Arpi (nome della città di Foggia derivante dal greco) trattavano dei pascoli con la tribù dei Marsicani del piano del Fucino. Per la natura specifica dei territori d’Abruzzo si affermano l’allevamento ovino e la “transumanza inversa”, ovvero risiedere stabilmente con le famiglie nelle città di montagna e scendere in pianura d’inverno; in altri paesi europei si risiedeva vicino al mare e si andava d’estate in montagna. Questo segna il paesaggio, condiziona la nascita di città, centri religiosi e fiere che si sviluppano lungo il tracciato dei Tratturi. Consolidatosi in epoca romana, con il potere centralizzato in grado di gestire i pascoli in montagna ed in pianura, la pastorizia transumante si riduce con la frantumazione del governo del territorio nel periodo dell’alto medioevo; riprende dopo l’anno Mille con i Re Normanni e con Federico II.
Lo sviluppo massimo della pastorizia transumante e la più ampia struttura della rete Tratturale regia inizia dal XV sec. con Alfonso d’Aragona il Magnanimo, il quale, anche con riferimento alla Mesta spagnola, nel 1447 definisce i Tratturi e la Dogana di Foggia con “la mena delle pecore in Puglia”. Questo all’interno del Regno di Napoli e del nuovo potere centralizzato nella “Corona”. La Dogana per la Mena delle pecore, era un’istituzione fiscale, con sede a Foggia, che provvedeva ad affidare pascoli e ad esigere tributi. Il sistema socio-economico della transumanza, svolta attraverso i Tratturi, si conservò stabile per circa quattro secoli fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte ne sancì il termine. In realtà i Borboni fecero ulteriori tentativi per riaffermare il modello, ma ormai il meccanismo di declino era avviato.
Nel XIX sec. la pastorizia transumante cedette il passo all’agricoltura e, anche se forme private di transumanza continuarono a sopravvivere, divennero sempre più modeste. Oggi la transumanza delle greggi è estremamente ridotta e si realizza con i camion; tuttavia è fondamentale comprendere come questo fenomeno abbia caratterizzato, per secoli, il territorio abruzzese, molisano e pugliese.
L’intera rete dei Tratturi va da L ’Aquila a Taranto e copre 3000 Km. Il più importante dei Tratturi regi, (tre i principali e due rami che riconducono ad essi), è Il Tratturo Magno, lungo 244 Km, che parte dalla Basilica di Collemaggio de L’Aquila, costruita grazie ai proventi ricavati dai lanari, ricchi commercianti legati all’economia della transumanza, e arriva a Foggia. Si tratta del più “adriatico” dei Tratturi.
Questo Tratturo convogliava le enormi greggi (milioni di capi) che partivano dal Gran Sasso, il Sirente e la Maiella, per portarle fino al Tavoliere delle Puglie, dopo aver lambito l’Adriatico, unico caso in cui le pecore e i pastori arrivavano a toccare il mare. Il tracciato del Tratturo Magno si è conservato abbastanza bene, pur con le variazioni intervenute con l’urbanizzazione e la realizzazione di reti stradali moderne (strade, ferrovie). Resistono presenze architettoniche, (chiese pastorali), cippi, fontane, radure di riposo, tracce di attraversamento dei fiumi etc. Segni importanti di un percorso caratterizzato dall’esperienza economica ed umana, ma anche spirituale e religiosa. Queste chiese erano dei fari nelle difficoltà che i pastori potevano incontrare, posti di ristoro dalla fatica e dalle malattie; a questo proposito, è il caso di citare l’Abbazia di San Leonardo, a Siponto, che aveva un vero e proprio ospedale, dove i transumanti e i pellegrini diretti alla grotta dell’Arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo venivano curati in caso di malattia dai Padri Canonici di Sant’Agostino. Senza ombra di dubbio, le chiese tratturali e i tabernacoli sono la testimonianza tangibile del legame tra i transumanti e Dio, ma anche espressione degli aspetti più elevati della vita, come l’arte, espressa proprio in queste chiese, spesso costruite con i proventi della transumanza. Era un voler ringraziare il Signore per la protezione del lungo viaggio che i pastori dovevano affrontare. Santa Maria dei Cintorelli, San Paolo di Peltuinum, San Nicola di Pettorano sul Gizio, la mastodontica Abbazia celestiniana ai piedi del Morrone, sono solo alcune delle chiese che esprimono questo bisogno di spiritualità, che va salvato, valorizzato per il profondo significato religioso che aveva per i pastori.
Per queste molteplici ragioni, queste chiese e il Tratturo Magno sono oggi oggetto di studio sistematico, e di progetti di riuso con una finalità diversa dal passato, ovvero come “cammini dei pastori” per pedoni, cavalli, altri animali e bici, ove le pecore in piccoli gruppi svolgono con i l pascolo la manutenzione delle aree.I Tratturi, le chiese tratturali e tutti gli altri monumenti architettonici e naturali vanno quindi tutelati come beni fisici e della memoria storica delle genti d’Abruzzo, Molise e Puglia perché sono un Museo a cielo aperto. Queste meravigliose vie erbose, disseminate di arte, sono state battute da vite, vicende umane, storie e Storia, che vogliamo far rivivere, non come fatto puramente nostalgico, ma perché nulla più della Storia, intrisa di radici, le nostre, può renderci uomini più consapevoli, capaci di battere le vie del presente e progettare, sulla memoria condivisa, un futuro.
Anche quest’anno abbiamo deciso che la maniera più bella per preservare tutto questo sia dare spazio al Premio letterario che, come nelle precedenti edizioni, intende dare voce alle emozioni ispirate a queste vicende umane, sociali, economiche e spirituali, perché diventino un momento corale, per approfondirne la conoscenza, attraverso i ricordi, i sentimenti, le invocazioni o, semplicemente, lo sguardo, attuale o retrospettivo, sul paesaggio nel quale questa esperienza umana si è dipanata. Dopo il successo della prima e della seconda edizione, confidiamo ancora nella creatività degli autori, perché questa importante vicenda umana non cada nell’oblio. Questo può accadere con la consapevolezza che i Tratturi sono autentici “cammini” laici e religiosi. Con la volontà di voler sviluppare attraverso gli strumenti culturali della letteratura, ma in seguito anche con altri linguaggi artistici, (fotografia, pittura, architettura paesaggistica, video etc.) iniziative aperte al mondo internazionale. Il pensiero va ai tanti italiani emigrati e ai loro eredi di seconda e terza generazione, (in America del nord e del sud, in Australia, in Canada, in Europa etc..) che già praticano il turismo delle radici e che potrebbero produrre testi dettati dalla memoria storica dei loro nonni.In tal senso il nostro bando accetta testi in lingua straniera con traduzione a fronte, da parte di coloro che hanno voluto conservare, come preziosa memoria, i ricordi di questa esperienza che ha toccato tantissimi comuni, solo il Tratturo Magno ne attraversa cinquanta. Aprire il concorso ai giovani che partendo dalle tracce della memoria possano immaginare vite nuove in luoghi di grande sedimentazione storica e culturale, luoghi ove vivere il presente e il futuro. Solo così la memoria aiuta il domani e non è consolazione del passato o puro piacere nostalgico.
REGOLAMENTO
ART. 1.
Traccia
La transumanza non è stata solo un fenomeno economico, sociale, etnologico, culturale, intriso di una sua profonda sacralità; essa è stata un habitus umano, che nasceva da necessità, ma anche speranze, tradizioni, cultura e nelle stesse si riversava, per intriderle di valori essenziali. Il transumante, nel suo viaggio, portava la sua terra ovunque e, al ritorno, faceva confluire in essa il bagaglio di esperienze e conoscenze nuove, per arricchirla. Era un viaggio totale, quello del pastore transumante, anche spirituale, le chiese tratturali e i tabernacoli ne sono la testimonianza. Il pastore avvertiva l’interiore necessità di raccomandarsi a Dio e ai Santi protettori, primo fra tutti l’Arcangelo Michele, perché proteggessero il suo cammino e quello del suo gregge. Questa esigenza ha intriso di religiosità i Tratturi, arricchendoli di arte e cultura, che devono essere raccontate, per scacciare i fantasmi dell’ indifferenza e dell’’oblio; d’altronde, i Tratturi sono ancora lì, a dispetto delle autostrade, dell’alta velocità, dei raccordi e delle tangenziali, a sussurrare il loro carico di vissuto, la loro vocazione millenaria a insegnare, a testimoniare a quanti sceglieranno di percorrere e ri-percorrere quei tracciati esistenziali, facendo rivivere le radici, per costruire nel presente le premesse per un futuro solido. Onorare la resistenza messa in atto dai Tratturi è un dovere storico, civico, morale, umano.Quale grande, potente, irrinunciabile insegnamento doneremmo a noi e al nostro tempo frenetico, se riuscissimo a seguirne i tracciati e ad attraversarli con lentezza, fermandoci a meditare, per costruire Tratturi interiori di spiritualità e umanità. Si immagini di ripercorrere questi cammini, i loro luoghi, si raccontino le emozioni, le speranze, le intime preghiere del pastore, estraendone il valore autentico e senza tempo, che restituirebbe voce e verità ad essi e profondità al nostro viaggio esistenziale.
ART.2
Requisiti per la partecipazione alla sezione Prosa.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, è una composizione in prosa, dattiloscritta, della lunghezza massima di cinque cartelle, da inviare in formato word (non sono ammessi pdf, altri formati o fotografie del testo) in copia elettronica a info@concorsoilrovo.it. Si può concorrere con un solo testo in prosa. Saranno considerati fuori concorso i lavori che superino la lunghezza indicata dal bando.
ART. 3.
Requisiti per la partecipazione alla sezione Poesia.
Il testo, inedito, in lingua italiana, vernacolo o altra lingua, con testo italiano a fronte, è una composizione in versi, o prosa poetica, dattiloscritta, della lunghezza massima di 30 versi o, nel caso della prosa poetica, di 100 parole, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word a info@concorsoilrovo.it. Si può concorrere con due testi poetici. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza massima di 30 versi o di 100 parole nel caso di prosa poetica o che non siano inviati in formato word.
ART.4.
Requisiti per la partecipazione alla sezione Saggi.
Il testo, inedito, in lingua italiana o altra lingua, con traduzione a fronte, deve strutturarsi come saggio, il cui contenuto riguardi la storia dei Tratturi e della transumanza; la lunghezza massima dello stesso non potrà superare le 20 cartelle, da inviare in copia elettronica, esclusivamente in formato word, a info@concorsoilrovo.it. Saranno considerati fuori concorso gli elaborati che superino la lunghezza delle 20 cartelle standard e che non siano inviati in formato word.
ART.5.
All’elaborato, redatto secondo la modalità stilistica prescelta, il candidato dovrà allegare una presentazione delle proprie generalità anagrafiche (nome, cognome, data di nascita), indicazione dei recapiti telefonici e postale, l’indirizzo email, breve biografia, con espresso consenso al trattamento dei dati personali e degli elaborati inviati.
ART.6
Il termine ultimo per la partecipazione al concorso è fissato al 30 settembre 2023. Per eventuali chiarimenti e precisazioni sono disponibili i seguenti contatti telefonicitelefonici 347 6836508 / 342 1759429E mail: info@concorsoilrovo.it
ART.7
Saranno premiati i primi tre classificati delle sezioni Prosa, Poesia e Saggi.I primi finalisti della sezione Prosa, della sezione Poesia e della sezione Saggi verranno premiati rispettivamente con 1.000 € e una targa ricordo. I secondi classificati verranno premiati con 300 € e una targa ricordo. I terzi classificati verranno premiati con una targa ricordo e con prodotti dei territori.I vincitori saranno avvisati tempestivamente. I risultati saranno resi pubblici.
ART.8
I membri della giuria con eventuali rapporti di parentela con i partecipanti si asterranno dalle votazioni, con menzione nel verbale. La giuria ha facoltà di non assegnare premi e attribuire menzioni, se le opere non dovessero risultare meritevoli.
ART.9
I vincitori del premio letterario il Tratturo Magno nonché i vincitori del concorso gemellato “Il Rovo” che vorranno partecipare alla cerimonia di premiazione del concorso IL TRATTURO MAGNO avranno un voucher, che permetterà loro di pernottare nella città di Foggia e riceveranno una targa ricordo dell’evento.
Gemellaggio
Il Concorso letterario “il Rovo” è onorato di ospitare anche quest’anno una realtà culturale gemella, il concorso letterario “Il Tratturo Magno”, dedicato all’esperienza della transumanza, condivisa da più territori l’Abruzzo, il Molise e la Puglia, che intendono preservare e custodire questa preziosa esperienza umana, frutto di un indimenticabile periodo della vita agropastorale; un’ esperienza che ha generato un autentico spirito comunitario, frutto dell’incontro di vite e destini che sapevano di boschi e di pianure, di aspra fatica e di profondi scambi.
Questo prezioso patrimonio va preservato, ricordato, valorizzato, evocato, perché le imprese collettive cementano gli uomini, li rendono per sempre legati ai luoghi, a una storia condivisa.Il senso di questo premio è dare risalto a una realtà ora di nicchia, per renderla universalmente fruibile.
Il premio il TRATTURO MAGNO è la prova tangibile che la memoria storica è rimasta nei territori dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia e merita di essere conosciuta in tutto il territorio nazionale, per la valorizzazione e rigenerazione di territori ricchi di storia, cultura, architetture ed opere d’arte uniche, dagli Appennini all’Adriatico.