Era il 1950, esattamente 70 anni fa, quando lo scrittore e critico d’arte Alfonso Gatto e il fotografo Paul. M. Pietzsch documentarono la montagna del Gargano di quell’epoca, fatta di duro lavoro e sacrifici, in un reportage dal nome “Il miracolo del Gargano” pubblicato sul settimanale Epoca.
“Una terra sconosciuta ai più e considerata remota come la luna”, le parole di Alfonso Gatto nel descrivere questo territorio come una drammatica bellezza, un primitivo splendore accecante, reso maggiormente dalle foto del grande Pietzsch.
Proprio da questo servizio fotografico emerge stagliante l’immagine, scattata ad Ischitella, di una bambina di dodici anni, immortalata mentre portava delle pesanti pietre sulla testa. “Le chiedemmo cosa ne facesse – scrive Alfonso Gatto – Rimase impassibile davanti alla macchina, poi si girò lentamente e riprese la lunga strada. Non era mai uscita dalle case del paese. Anche una vecchia di disse che era stata soltanto a Rodi qualche volta in tutta la sua vita. L’Italia non era che un nome, solo un caro nome, per loro”. Una triste e cruda realtà che non ha bisogno di ulteriori commenti e che oggi, a distanza di molti anni, se non di una vita intera, smuove delle domande: di chi è quello sguardo sotto tutte quelle pietre?
È un’immagine che racconta soltanto l’inizio di una storia, di un mondo ormai scomparso all’interno di vecchie pagine ingiallite: ma sarebbe piacevole sapere che tale racconto sia proseguito nel migliore dei modi, e che quella dura espressione di fatica, oggi, sia un sorriso di riuscita.
Ciao, sono figlia di Paul M.Pietzsch.
Mai prima avevo visto questa fotografia di mio padre, bella e sorprendente.
Chiedo perdono se nos scrivo molto bene in italiano, má io e le mie sorelle siamo nate in Spagna e siamo ormai spagnole.
Sono orgogliosa che il lavoro di mio padre sia ancora valorato dalla gente. Era un buon fotografo e una persona meravigliosa.
Ciao Sandra, è una bella notizia corrispondere con la figlia di un grande fotografo che ha effettuato importanti reportage anche in Italia. A breve pubblicheremo il reportage fotografico completo di tuo padre sul Gargano: sono foto stupende e di grande importanza documentaristica.
Salve, sono il nipote della bambina rappresentata nella foto; ho sentito spesso mia nonna raccontare di quando era bambina e andava a caricare le pietre per la costruzione della casa da cui vi sto scrivendo, quando un giorno fu fotografata da un uomo e lei andò per la sua strada. Adesso è qui a osservare questa foto e si è emozionata nel ricordo di quei tempi remoti. Grazie per questo articolo, sperando di poter osservare altre foto
Salve. Sono il nipote della bambina raffigurata in foto, ho sentito spesso raccontare da mia nonna che quando era bambina, un giorno, mentre portava delle pietre sulla testa, venne avvicinata da un uomo con la macchina fotografica e lei, diffidente, se ne andò. È molto tempo che mia nonna cerca questa foto di quando era bambina e alla vista di essa si è emozionata. Grazie per l’articolo pubblicato.