Il gelo intenso che al momento sta imperversando la zona garganica, non ha per nulla frenato la popolazione di Ischitella a partecipare all’annuale ed immancabile Concerto di Capodanno del Corpo Musicale Cittadino “Pietro Giannone” di Ischitella, diretto brillantemente dal Maestro Federica Petrosino. L’evento, presentato da Pina D’Errico e tenutosi presso l’Auditorium dell’Istituto IPSIA “A. Marrone” a Ischitella, quest’anno è arrivato all’importate soglia del 15° anno che vede, come ogni anno, un buon momento augurale per iniziare il nuovo ciclo annuale e un’occasione per assistere dal vivo alla diligente bravura di questo storico corpo musicale. L’evento è stato organizzato anche mediante i fondi raccolti durante il giro bandistico per Ischitella nella vigilia di Natale, con i musicisti travestiti simpaticamente da Babbo Natale, con lo scopo di mettere in musica l’entusiasmante passione che trascina questi bandisti in un vero e proprio fenomeno di condivisione con il pubblico, e come è già avvenuto nel giorno di Santa Cecilia di quest’anno, anche con la Banda Azzurra del medesimo paese di Ischitella.
Il repertorio selezionato per la serata è stato scelto propriamente dal gusto dei componenti dalla banda, proponendo un’ampia varietà di brani, ma tutti contraddistinti da una rilevante difficoltà di esecuzione, basta pensare che alcune di queste opere sono impiegate per la partecipazione a concorsi bandistici. Un’altra nota da sottolineare è che queste composizioni sono pezzi originali scritti per essere eseguiti unicamente dalle bande.
A dare il cosiddetto “attacco”, e quindi ad aprire il concerto, il Capobanda Domenico Santucci con la marcia sinfonica del direttore e compositore per bande Giuseppe Piantoni, che tra il 1925 e il 1949 ha diretto il noto Gran Concerto Bandistico “Città di Conversano”.
Il vivo della serata è stato dato inizio con la “Marcia per il Sultano” del grande compositore italiano Gioacchino Rossini, pilastro della storia della musica italiana, autore dei celebri “Barbiere di Siviglia” e “Guglielmo Tell”. Scritta per le bande dell’Impero Ottomano, dirette a quel tempo dall’italiano Giuseppe Donizetti, fratello del compositore Gaetano Donizetti, questa marcia fu una dedica al sultano turco Abdul Medjid adoperando una sua precedente composizione realizzata nel 1848 per la Banda Civica di Bologna e dedicata a Pio IX. Il brano si distingue per la presenza di una vivacità ritmica su un’andatura veloce, con la tipica melodiosità rossiniana, senza riecheggiamenti di tipo orientale.
Restando sempre nel territorio nazionale, si è passati ad un altro monumento della storia musicale italiana, il grande Giuseppe Verdi, autore di molte e note opere come il “Nabucco”, “Rigoletto”, “La Traviata”, “Il Trovatore”, senza citare delle altre degne di nota. La sinfonia che è stata presentata dalla Banda Giannone fa parte del melodramma in quattro atti intitolato “La forza del destino”, capolavoro dalle sfumature epiche, rappresentato per la prima volta nel teatro imperiale di San Pietroburgo nel 1862.
Il percorso musicale è stato proseguito con John O’Reilly, uno dei più popolari compositori contemporanei di brani per bande, autore di numerosi libri di successo, ed è attualmente un punto di riferimento per la preparazione ed educazione musicale. La Banda Giannone ha eseguito una delle sue 380 composizioni tra quelle pubblicate, che richiama sonorità figurate in scenari remoti e selvaggi, ambienti che caratterizzano i paesaggi degli Stati Uniti e del Canada, suoi luoghi vissuti e incontrati al suo passaggio.
Sulla melodia dal tipico tema natalizio, il concerto ha ripreso verso la seconda parte con il balletto “Lo Schiaccianoci”, uno dei brani più celebri del compositore russo Tchaikovsky, ambientato per l’appunto proprio nella vigilia di Natale. Anche questa composizione, come il brano precedentemente riportato di Giuseppe Verdi, è stato rappresentato per la prima volta nel teatro imperiale di San Pietroburgo il 18 dicembre del 1892. Immaginazione condite dalla magia e visione onirica sono le sensazioni sottointese nell’ascoltare piacevolmente questo brano reso popolare in diversi film, compresi quelli della Disney.
Si è passati successivamente alla storia di Miguel, un compositore spagnolo logorato della scarna situazione della sua terra che decide un giorno di emigrare verso Sidney, raccontato sulle note di “Pacific Dreams” dell’autore olandese per bande Jacob de Haan.
Persepolis è la città che ambienta il successivo brano che è stato eseguito dalla Banda Giannone, intitolato “Persis” di James L. Hosay, veterano della banda dell’esercito militare statunitense in qualità di compositore e arrangiatore, onorato da diversi riconoscimenti tra cui gli omaggi di Colin Powel, Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti nel mandato del presidente G.W. Bush. Il brano “Persis” propone il viaggio nel tempo verso l’antica città persiana di Persepoli da parte di un uomo americano dei giorni nostri, il tutto condito da un’infatuazione verso una donna di affascinante bellezza all’interno di un cortile reale, che probabilmente ha già conosciuto in un’altra epoca, ma tale approccio è impedito con la presenza e la persecuzione da parte delle guardie reali.
Dalla Persia i brillanti strumenti musicali sono passati al continente nero, con “African Symphony” di Van McCoy, musicista, produttore discografico e cantautore americano. Il pezzo, scritto negli anni ’70 e arrangiato per la banda sinfonica, è costruito con una salda base percussionista che trasporta alla musicalità tribale africana, mentre gli altri elementi della banda conducono armoniosamente questo viaggio.
Al termine della serata i doverosi ringraziamenti al Maestro Federica Petrosino che nel concerto ha indirizzato meritevolmente gli orchestrali, al Presidente Francesco D’Errico, al Vice Maestro Mario Manicone che ha guidato precedentemente la banda per cinque anni e al Capobanda Domenico Santucci. Il componente Angelo Voto ha voluto di nuovo ringraziare la popolazione che ha assistito al concerto, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, ribadendo anche la riuscita per la riconciliazione avvenuta da poco con la Banda Azzurra, esprimendo come tale avvenimento significhi l’abbattimento di un muro che durava da molto tempo, forse troppo, e che ciò ha portato tuttavia ad un miglioramento per la prosecuzione dell’attività musicale ischitellana.
Prima di chiudere il concerto, la banda ha compiuto il viaggio interiore sonoro con uno dei più memorabili pezzi del jazz, giungendo melodiosamente su reminiscenze mediorientali con “Caravan” di Duke Ellington, melodia spesso introdotta in scene cinematografiche dal carattere esoticamente desertico. E sotto questa unica campata di acclamazioni per la bravura e il senso profondo espresso da questo gruppo compatto, che la centenaria banda Pietro Giannone si presta ad un nuovo ed entusiasmante calendario ricco di momenti di grande musica.