La Confederazione Italiana Archeologi intende segnalare le attività documentate nel video “Itinerari Archeologici del Gargano: la “Grotta dei Tesori” – Manfredonia” pubblicato su YouTube in data 15 marzo 2024, esprimendo profondo sconcerto e assoluta e totale disapprovazione nei confronti delle attività svolte, condannando fermamente gli autori dei comportamenti in esso testimoniati.
Intendiamo puntualizzare che le persone nel video hanno violato e manomesso un contesto archeologico senza alcun coordinamento scientifico da parte della Soprintendenza Archeologica competente (SABAP Foggia), che hanno divulgato materiale che potrebbe compromettere la tutela e l’integrità del sito e operato in un contesto ipogeico a forte rischio per la loro stessa incolumità. I comportamenti assunti dai protagonisti di questa vicenda nulla hanno a che fare con un approccio scientifico al patrimonio storico-archeologico del quale, anzi, con le loro azioni hanno anzi messo a rischio conservazione.
Gli autori di queste azioni dichiarano nel video di essere soci ed esponenti di alcune associazioni locali, tra cui Archeoclub d’Italia (sede di Siponto-Monte Sant’Angelo), Daunia Tur APS, il Quadrato Magico APS e L’Associazione IPSM APS che, come essa stessa si definisce, si occupa dello studio archeologico delle civiltà del Mediterraneo.
Per la CIA è fondamentale ricordare che l’attività di scavo archeologico è di competenza esclusiva dello Stato (Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 88), che la svolge mediante le soprintendenze competenti per territorio. Può anche essere affidata in concessione, annuale o pluriennale, a soggetti pubblici e privati, sempre e comunque sotto la stretta sorveglianza del Ministero sulle attività svolte.
L’archeologia è una disciplina scientifica che nulla ha a che fare con i tanti “Indiana Jones” che si calano in grotte preistoriche alla ricerca di scoop e visibilità, ma, al contrario, la professione dell’archeologo ha delle regole precise, regolate dalla legge 110/2014 e dal DM 244/2019 nel quale sono chiaramente indicati i requisiti richiesti per definirsi archeologo e per poter operare quindi sul nostro patrimonio archeologico.
Non è dunque necessario ribadire l’alto livello di formazione e professionalità necessari per praticare questa professione e qualificarsi come archeologi per poter lavorare al fianco delle Istituzioni, delle Soprintendenze e dei suoi funzionari, nel rispetto delle leggi, della tutela e della valorizzazione, affinché il bene archeologico diventi “bene comune”.
Abbiamo prontamente segnalato alle istituzioni e agli organi competenti questa situazione per fermare questo scempio e prendere i dovuti provvedimenti.