L’uccisione dei lupi continua. L’ultimo caso è quello avvenuto lo scorso 11 gennaio nel comune di Cagnano Varano, dove un lupo è stato trovato impiccato nelle campagne. A esprimere la sua opinione riguardo a questa brutalità è il giornalista Aldo Giorgio Salvatori, al Tg2 della Rai per oltre 30 anni, da sempre impegnato per la tutela del paesaggio e dei beni culturali. Salvatori ha di recente pubblicato un libro dal titolo “Il patto coi lupi”, edito da Innocenti Editore.
“Non si può giustificare un gesto del genere, ma si può comprendere – ha riferito Salvatori – Il lupo è un perfetto regolatore degli squilibri ambientali, ma si è molto ripopolato nei territori. Nessuno si è preoccupato di capire quale sarebbe stato il problema per l’aumento numerico dei branchi che, uniti ai gruppi di cani rinselvatichiti o vaganti, possono provocare seri danni all’ambiente”.
Il giornalista ha voluto chiarire la differenza tra ricercatori, naturalisti, ambientalisti e animalisti. “Per gli animalisti è importante difendere anche il singolo animale selvatico o domestico – ha proseguito – Mentre per i conservazionisti, ed io sono un conservazionista, l’importante è difendere la specie”.
La convivenza tra il lupo e l’uomo è da sempre stata terreno di scontri tra gli allevatori e gli animalisti. Salvatori accusa la mancata tutela delle attività agricole tradizionali, e in questo caso del bestiame preda delle razzie dei lupi. “C’è un’assoluta indifferenza da parte delle provincie, delle regioni e dello Stato nei confronti degli allevatori, i quali devono essere tutelati – ha aggiunto – Non solo non gli è consentita una difesa attiva, nel senso che non è consentito difendersi attivamente dal lupo, neanche quando lo si sorprende a predare le pecore, ma non è consentita neanche la difesa passiva, perché, di fatto, non gli vengono dati i mezzi finanziari per poter compensare le perdite subite”.
Salvatori che è anche presidente dell’Associazione Italiana per la Wilderness, un’associazione ambientalista che si occupa della tutela degli ultimi luoghi selvaggi e intatti in Italia, con il fondatore e il direttivo ha stilato in questi giorni un documento in difesa del mondo rurale, delle tradizioni e della cultura. “Queste persone hanno bisogno di essere tutelate – ha detto Salvatori sul chiudere dell’intervista – Noi siamo convinti che la tutela della natura e della fauna si possa assolutamente sposare anche con la tutela delle attività rurali”.
Fonte: Stato Quotidiano