VICO DEL GARGANO (Fg) – Perché un partigiano della brigata Garibaldi, che si aggrappa con tutte le sue forze alla vita, e la Regina nera della Morte stanno giocando una estenuante partita a scacchi?
A Vico del Gargano, presso il Chiostro della Chiesa di San Pietro, il 30 luglio alle ore 21.30, andrà in scena lo spettacolo di Nazario Vasciarelli: “Il compagno Fritz. Storia di coraggio, sangue e libertà”, tratto da una storia vera, la storia di Vincenzo Damiani, partigiano di Vico del Gargano.
La storia inizia l’8 settembre del 1943, quando venne dato l’annuncio radiofonico dell’armistizio con gli anglo-americani. Non è solo una data storica per l’Italia, ma è anche la data in cui il protagonista, Vincenzo Damiani, compie 22 anni. Proprio nel giorno del suo compleanno deciderà da che parte schierarsi.
Sulle montagne vicino ad Alba, nel Monferrato, con il nome di battaglia di “Compagno Fritz”, comincerà a combattere la sua lotta partigiana, una lotta contro il tempo perché liberare l’Italia dai tedeschi e sconfiggere il fascismo dei repubblichini, ultimi irriducibili seguaci del Duce, diventa una priorità assoluta per salvare la sua dignità di uomo e quella di un popolo ferito e umiliato.
Vasciarelli racconta così le ragioni della scelta teatrale: «Quando, su invito di Isabella Damiani, figlia di Vincenzo, ho deciso di descrivere la storia di questo “protagonista” della Resistenza, mi sono accorto di dover fare una cosa molto complicata oggi: cercare di tener viva la memoria che non è più oggetto della trasmissione orale, familiare e sociale. Ho scelto la forma del teatro civile per spiegare la difficoltà delle scelte di un giovane di 22 anni, i dilemmi, la sofferenza, il riscatto, e tutte le cose che furono pane quotidiano per i partigiani italiani, per chi li aiutò, per chi non li tradì (spesso a rischio della vita), e che furono la trama fondamentale, fuori della retorica, della Resistenza».
Damiani Vincenzo (Fritz) di Carlo Luigi e Scelsi Isabella, era nato a Vico del Gargano l’8 settembre 1921. In servizio come carabiniere presso la Compagnia Carabinieri di Alba (Cuneo), dal dicembre 1943 all’aprile 1944 e poi come impiegato civile del Comune di Alba, da maggio a settembre del 1944, fornì notizie, armi e munizioni alle formazioni partigiane fin dalla loro costituzione. Per la sua attività clandestina venne arrestato il 15 settembre 1944 e detenuto nelle carceri ad Alba e a Bra; tradotto a Torino, nel campo di concentramento del Nizza Cavalleria, alla vigilia della deportazione in Germania il 16 ottobre 1944 riuscì ad evadere. Due giorni dopo, il 18 ottobre 1944, raggiunse la 99a Brigata Garibaldi ad Alba. Fino al 22 dicembre 1944 è registrato come Partigiano combattente nella medesima brigata; dal dicembre 1944 al 21 gennaio 1945 divenne Ufficiale addetto al Comando Divisione della VI Divisione Garibaldi “Langhe”; da quella data all’8 giugno 1945 risulta Capo di Stato Maggiore della XVI Brigata d’Assalto Garibaldi “Generale Perrotti”.
Non un gregario, quindi ma un personaggio importante della Resistenza italiana, che a Vico del Gargano finora non era stato mai ricordato pubblicamente, neppure il 25 aprile.
Teresa Maria Rauzino