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Le Torri di Varano fatte edificare dal genero di Federico II

ISCHITELLA (Fg) – L’articolo dal titolo “Le Torri di Varano fatte edificare dal genero di Federico” del giornalista Giuseppe Laganella, pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 17 dicembre 1999, è stato inserito in una delle più importanti riviste storiche in Italia, Quaderni medievali, nelle edizioni 53-54. A questo articolo ne seguirono altri, con l’accademico Prof. Raffaele Iorio.

Ecco il testo:

Che la presenza di Federico II di Svevia esistesse nel territorio, già lo si sapeva, ma che fossero presenti opere fatte costruire da un parente diretto dell’imperatore non lo si pensava proprio. Grazie a un recente convegno che ha fatto luce sul periodo svevo a Ischitella, possiamo sostenere che Riccardo, genero di Federico II, fece edificare le torri di Varano per conto di Carlo I d’Angiò. Angela Picca in un suo libro ci ha informati che Riccardo altro non era che il genero di Federico II, per averne sposato la figlia naturale Violante, mentre egli era figlio di Sifridina, contessa di Caserta e Ischitella. È padre Remigio De Cristofaro nel suo recente libro a dire che le torri di Varano furono fatte edificare da Riccardo per conto di Carlo I d’Angiò. Quest’ultimo libro non precisa di quale Riccardo si tratta, ma l’Enciclopedia Treccani a pag. 323 lettera R, dice testualmente che Riccardo I Conte di Caserta e quindi d’Ischitella, con la caduta degli Svevi prese la contea, data da Carlo d’Angiò a Guglielmo di Belmonte: per cui non si può che trattare della stessa persona.

L’unico dubbio potrebbe essere rappresentato dai dati incerti di Riccardo che ci riporta Angela Picca (Riccardo 1220-1267?). Ma la stessa autrice ci mette i punti interrogativi, essendo le date non certe, quindi Riccardo potrebbe essere morto qualche anno dopo il 1267 e quindi nel 1269 poteva essere vivo e avere ordinato la costruzione delle torri tra il 1269 e il 1270 come conferma il De Cristofaro non citandone la fonte.

Alla luce di queste rivelazioni penso che ci siano i presupposti, se tutto ciò venisse confermato, per inserire Ischitella negli itinerari federiciani. Ma ciò che ci toglie ogni ombra di dubbio è una fonte angioina per l’appunto del 1269-1270 (testi e documenti di storia napoletana, pubblicati dall’Accademia Pontaniana, volume III). Questa fonte ci conferma che Riccardo in quegli anni conte di Caserta e quindi d’Ischitella, riscuoteva dall’abate di Santa Maria di Calena (Peschici), un terzo di tutti i proventi del Pantano di Varano e in quell’anno tutto ciò che gli fu revocato.

In sostanza in quegli anni era in vita e si occupava personalmente dei proventi di Varano essendone il conte, motivo per cui il Riccardo citato da De Cristofaro non può essere che lui, si spera adesso che una delle torri per metà diroccata, data l’importanza, sia restaurata e inserita negli itinerari federiciani.

Giuseppe Laganella

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