ORSARA DI PUGLIA (Fg) – Lavoro, autostima, autonomia, inclusione. E poi l’importanza di fare rete, di mettersi insieme, di coinvolgere attori pubblici e del Terzo settore per dare vita ad un sistema di interventi finalizzati alla presa in carico completa delle persone in fragilità, fino alla ricerca attiva del lavoro, unica vera fonte per restituire a ciascuno individuo dignità, diritti, senso di appartenenza. «Serve una collaborazione tra pubblico e privato, che devono credere nella trasformazione dal mondo dell’assistenza a quello della produttività. Il lavoro rappresenta anche per chi vive con problemi legati alla salute mentale la dignità, l’autonomia, l’inclusione reale» ha detto Giuseppe Pillo, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Lucera-Troia-Foggia dell’Asl Fg, intervenuto ieri mattina presso la Community Library di Orsara di Puglia all’evento “Lavoro, inclusione, autonomia”, che ha segnato la conclusione del progetto “Bio Hub”, che attraverso l’attivazione di 11 tirocini formativi ha incoraggiato l’inclusione sociale e relazionale di persone con problematiche psicosociali.
Lo dimostrano le belle testimonianze di beneficiari e beneficiarie di borse lavoro che in questi mesi sono stati coinvolti nel percorso destinato, in particolare, a minori e adolescenti con problematiche connesse a difficolta relazionali derivanti da disturbi dell’area del neuro-sviluppo e adulti in carico ai servizi territoriali della salute mentale e a rischio di marginalità. Un cammino che ha compreso anche attività di ortoterapia, orienteering, escursioni, laboratori creativi, soggiorni, visite guidate in aziende agricolo-forestali, visite nel borgo antico di Orsara di Puglia. Il progetto “Bio Hub” promosso dal Comune di Orsara di Puglia e finanziato dal GAL Meridaunia, è realizzata in ats con le cooperative Ortovolante, SocialService, Anteo, Associazione di Volontariato Tutti in volo e consorzio Oltre / la rete di imprese ed il coinvolgimento di Euromediterranea, in qualità di soggetto accreditato all’erogazione dei servizi al lavoro per persone con disabilità.
L’evento conclusivo di “Bio Hub” ha aperto un confronto sui temi del lavoro, dell’inclusione, dell’autonomia delle persone con fragilità diverse. Un’occasione per sensibilizzare sul tema dello stigma, per spronare le aziende del territorio a non avere paura, a scommettere senza indugio su competenze e professionalità acquisite di chi ha svolto il tirocinio formativo, a rispettare la legge 68/99 che disciplina il collocamento delle persone con disabilità. Significative le testimonianze di chi ha beneficiato dell’esperienza di tirocinio formativo nell’ambito del progetto “Bio Hub”, che ha trovato il coraggio per vincere le proprie paure e timidezze e raccontarsi davanti ai numerosi presenti. Come Angelica Tortorella, di 45 anni, che vive a Troia dove frequenta il Centro Diurno “Itaca”. «Nel 2018 ho preso il titolo di operatrice socio-sanitaria, per questo sono stata molto contenta di aver potuto svolgere la mia professione in questo progetto. Il lavoro aiuta, libera la mente, tiene impegnati, a partire dal percorso di studio che ho fatto per arrivare a questo risultato. In questi mesi, ho svolto il tirocinio formativo in una casa di riposo di Troia. Lavoravo dalle 7 alle 12.30 con pazienti dai 60 ai 100 anni di cui mi prendevo cura, a cui davo le terapie, a cui facevo le pulizie. Ė un lavoro che amo e questa esperienza mi ha dato la possibilità apprezzarlo ancora di più».
Francesco Pappani, accolto in una Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica di Foggia, è stato impegnato in un discount «in cui ho svolto l’attività di scaffalista, controllavo le scadenze dei prodotti. Mi sono sentito accolto e sono rimasto molto entusiasta. Fare questa esperienza mi ha aiutato molto anche nelle relazioni sociali». Angelo Cericola, che insieme a Michela Terlizzi ha svolto attività di manutenzione e cura delle fioriere ad Orsara di Puglia, ha ricordato di «non aver fatto mai un giorno di assenza dal lavoro. Mi è piaciuto molto prendermi cura delle piante e delle aree verdi del mio paese». Lorenzo, invece, ha lavorato nel settore dell’agricoltura, Antonio, a San Marco la Catola è stato impegnato a preparare delle ottime piadine. Francesco ha dato una mano nella bottega centonove/novantasei. Matteo, laureato in Ingegneria edile, ha svolto il tirocinio in uno studio tecnico. E così via, altri nomi, altre storie di persone con problemi di salute mentale, che attraverso questa esperienza hanno potuto riscoprire abilità, professioni, interessi che prima non pensavano di avere.
«L’aspetto positivo di questo progetto è che al termine del tirocinio formativo hanno sviluppato il desiderio di proseguire un’esperienza di lavoro e questo è un segnale estremamente importante per il loro percorso» ha evidenziato Iolanda Orsogna, della cooperativa sociale Anteo. «Abbiamo attivato 11 tirocini della durata di sei mesi che hanno dato ad altrettante persone con fragilità di rimettersi in gioco e acquisire nuove competenze professionali» ha aggiunto Alessia Fiorella, dell’agenzia per il lavoro Euromediterranea. Importanti nel corso dell’incontro anche le riflessioni di Mario Simonelli, sindaco di Orsara di Puglia, Antonio Cocco, direttore del consorzio di cooperative sociali Oltre / la rete di imprese, Mariavittoria Leone, Anteo, Lorenzo Infante, Centro di Salute Mentale di Troia, Federica Guidacci, Arpal Puglia, Giuseppe Di Leo, Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Foggia, Rosaria Caputo, associazione Tutti in volo.
Il tirocinio formativo, dunque, ha rappresentato per tutti i partecipanti un’occasione per prendersi più cura di sé stessi e per migliorare la qualità della loro vita. Il progetto è finanziato attraverso il Programma di Sviluppo Rurale Puglia 2014-2020. Piano di Azione Locale “Monti Dauni – Interventi di agricoltura sociale: sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole.