Le dichiarazioni della ministra dell’Interno Lamorgese in riferimento alla sua mancata partecipazione al Consiglio regionale monotematico sullo sviluppo della provincia di Foggia, previsto per il 12 luglio scorso, generano alcune riflessioni, poiché mi sembra che sia sfuggita la questione principale e si sia fatta un po’ di confusione.
Quel Consiglio monotematico da me richiesto con insistenza ormai da quasi due anni non verte solo sulla questione sicurezza, anche se è un tema di fondamentale importanza, ma su quello più ampio e articolato che è lo sviluppo della Capitanata, vero cuore della seduta.
Ed è per questo che ribadisco che si può celebrare anche senza la presenza della ministra. Errore in cui si persevera non stabilendo subito una nuova data. Ritengo, invece, che in molti abbiano frainteso (?!).
In questo Consiglio – alla presenza di tutti i deputati pugliesi e dei sindaci di Capitanata – si devono discutere idee e strategie che possono favorire un reale sviluppo della provincia di Foggia nei vari settori, da quello agricolo ai trasporti, dalla trasformazione dei prodotti alle infrastrutture, dalla sicurezza alla sanità, e quindi porre le basi per risolvere quei problemi che il nostro territorio si trascina dietro da decenni e che hanno ripercussioni quotidiane sulla qualità della vita dei cittadini. Cittadini che ormai hanno perso ogni speranza per sé e per i propri figli.
È l’occasione per parlare in maniera seria di crescita e non solo di repressione del fenomeno criminale, che è fondamentale, ma non basta. Sappiamo tutti che reprimere soltanto non funziona, per questo focalizziamo l’attenzione sullo sviluppo, un termine che dovrebbe infondere fiducia e aiutare a individuare nuove prospettive per il futuro di questa terra che si sente trascurata.
L’elenco delle visite della ministra, tra inaugurazioni e incontri, non c’entra nulla con ciò che ho chiesto per la Provincia di Foggia: attenzione da parte di tutte le istituzioni, soluzioni “straordinarie” ai problemi che la soffocano e la fanno sprofondare agli ultimi posti delle classifiche nazionali, e combattere l’abbandono e la disuguaglianza percepiti dagli uomini e dalle donne di Capitanata. Dobbiamo analizzate le cause del mancato sviluppo rispetto alle altre province pugliesi e le scelte politiche sbagliate del passato, trovandone di più adeguate alla situazione, con aiuti e interventi straordinari.