CHIETI – L’Associazione “Il Tratturo Magno” 4.0 quest’anno ribadisce la portata ed il respiro di questo premio letterario con opere inedite in prosa, poesia e saggistica. Un premio che propone la rigenerazione dei luoghi della transumanza attraverso la letteratura: un ponte tra le memorie del passato ed il futuro, abbracciando la natura pluriregionale dei territori del Regio Tratturo Magno.
La cerimonia di premiazione quest’anno si è tenuta nella città di Chieti, punto di passaggio della storica epopea della Transumanza (patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO dal 2019) nel primo pomeriggio del 9 novembre 2024, presso il Palazzo della Camera di Commercio-Sala Cascella, a Chieti, in occasione del “Festival del Tratturo” che si è svolto con la fase convegnistica nel corso della mattinata.
Il Premio è gemellato, sin dalla prima edizione, con “Il Rovo”, come ci ricorda Rita Pelusi, coordinatrice del “Premio Tratturo Magno” nonché componente del “Concorso Letterario Il Rovo” di Cagnano Varano (Foggia). Una vera Transumanza culturale ed umana che ogni anno si consolida sempre più, con un’osmosi letteraria che riguarda gli autori di entrambi i concorsi letterari.
ECCO I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA SULLE TRE SEZIONI DEL PREMIO TRATTURO MAGNO 2024
MOTIVAZIONI SEZIONE POESIA
PRIMO CLASSIFICATO: Lucio Toma: “Chi lo avrebbe detto a Marx”. La pandemia, accanto alle croci disseminate nei cuori, ci ha lasciato in eredità il lavoro da remoto; un cambiamento epocale che neanche Marx, ideatore di audaci teorie sul lavoro, avrebbe potuto prevedere. Il poeta, con rara maestria poetica, suggerisce di fare tesoro di questa opportunità per tornare sulle rotte degli antichi tratturi, così lontani dal fragore delle città, e creare una nuova economia, il cui asse passa per un sistema di vie valoriali.
SECONDO CLASSIFICATO: Fabrizio Nardone:“Esisto”. L’invito dell’autore, attraverso versi di ieratica potenza, è a farsi sedurre e rapire, per tornare alla vita essenziale, nella quale la nudità fisica diventa valoriale e la terra assurge ad unica possibilità di salvezza dell’io svenduto alla modernità, ma che si riveste dei panni degli avi e può ingravidare la terra, per dare alla luce un futuro più luminoso del presente.
TERZA CLASSIFICATA ex aequo: Nunzia Nista: “E’ tempo di tornare”. La poetessa, con un linguaggio essenziale eppure carico di evocazioni, adamantino, purissimo e perciò prezioso, esorta a tornare nei luoghi che hanno visto dipanarsi momenti di vita diventata storia. Proprio là il futuro che avanza può essere accolto, se solo consideriamo il sentiero dei Tratturi il terreno fertile che fa germogliare ancora valori sempiterni.
TERZO CLASSIFICATO ex aequo: Luigi Zampino: “Mamma Rocca Calascio”. La lirica è un accorato, vibrante inno ai luoghi della Transumanza, in particolare a Rocca Calascio, e a tutto ciò che questo evento ha significato a livello sociale, culturale, antropologico ed economico, con la speranza che i segni antichi che ci ha lasciato tornino ad essere vive, pulsanti arterie di rigenerazione individuale e comunitaria.
Menzione speciali della Giuria
Maria Assunta Oddi: “Camminare verso l’infinito”. Lasciare la realtà frustrante del digitale e il suo assordante fragore, con l’audacia dei puri, per tornare ad un mondo fatto di cose semplici, essenziali e perciò preziose: questo è l’invito che la poetessa rivolge con versi appassionati e suadenti. Sulle vie dei tratturi è possibile tracciare segni per un futuro nuovo, in cui il cuore è appagato, perché respira il mondo degli avi e sente il suono delle greggi.
MOTIVAZIONI SEZIONE PROSA 2024 TRATTURO MAGNO
PRIMO CLASSIFICATO: Luigi Presutto: “Hotel Scoiattolo”. Questo commovente racconto usa come plot l’integrazione; i personaggi sono coloro che hanno bisogno di una terra in cui vivere dignitosamente. Durante la narrazione, quelli che erano il problema ne divengono la soluzione. Grazie a loro, infatti, si potranno ripopolare luoghi che hanno segnato la storia degli autoctoni e che ora stanno morendo. L’autore sceglie una narrazione moderna, un lessico a tratti tecnico, entrambi padroneggiati con sicurezza, per creare, in divenire, un’atmosfera lieve e poetica, che arriva esattamente al centro del cuore dei lettori.
SECONDO CLASSIFICATO: Francesco Totaro “Geronimo Pascale”. La storia di Geronimo, risalente al Cinquecento, arriva fino a noi attraverso un documento di archivio. L’autore caratterizza il personaggio, facendo emergere i tratti della persona, attraverso il linguaggio antico, che rimanda a note ataviche. Sulle vie del Tratturo corre il sentimento di solidarietà, che schiude le porte alla speranza, ne incarna i valori, per la realizzazione di una nuova civiltà che rinasca da radici transumanti eppur solidissime.
TERZA CLASSIFICATA: Graziana di Nunzio “La figlia di un pastore”. L’autrice, con linguaggio emotivamente avvincente, narra, a tratti liricamente, eventi del passato della propria famiglia, eventi tanto potentemente radicati dentro di lei da darle la forza e il coraggio di fare scelte esistenziali, che tratteggiano un futuro che è esso stesso atavica radice.
Menzioni speciali della Giuria
Rosa Serra: “Tratturi-tratteggi di memorie”. La memoria è lo spazio dove le cose accadono una seconda volta. Con questa pregevole citazione di Paul Auster, l’autrice conclude il suo bellissimo racconto che, attraverso una prosa poetica e un lessico lieve, narra la vita del transumante, per poi arrivare alle proposte sostenibili di una economia possibile, che sta affascinando le nuove generazioni e che sta provando a tessere la trama di un futuro, che faccia rivivere la civiltà tratturale, non solo nella memoria.
Elena Verna “Suoni dell’entroterra”. Il racconto presenta più piani narrativi, tracciati da linee moderne e a tratti surreali. Il progetto alternativo per rianimare i tratturi, che è la base della prosa, nella realtà letteraria si genera, si alimenta, pur non dando i frutti sperati; alla nostra realtà dona la possibilità di realizzarlo, dopo averne compreso lo spirito, veicolato da un linguaggio coinvolgente.
MOTIVAZIONI PREMI SEZIONE SAGGI
PRIMO CLASSIFICATO: Giuseppe Carlone: “Il cammino della transumanza nel disegno dei territori e delle città”. L’Autore elabora un saggio articolato, che denota un’approfondita conoscenza della trasformazione, in una prospettiva di “lungo periodo”, del paesaggio agrario un tempo attraversato dai tratturi regi. Usa fonti di diverso tipo per sviluppare una trattazione esaustiva e critica su un tema interessante: la cartografia del paesaggio redatta da professionalità elevate del tempo; agrimensori come Antonio e Michele della Rovere per l’Atlante delle Concessioni o Angelo di Croce (antenato di Benedetto Croce *) compassatore, agrimensore diplomato, che redige l’atlante dell’agrimensore “Croce” composto da 63 fogli e 88 piante che descrivono il Tavoliere e 10 tratturi regi; tecnici e agrimensori formatisi all’Università di Napoli, con un bagaglio culturale europeo. Un patrimonio cartografico oggi conservato in vari Archivi di Stato italiani, in primis Foggia e Napoli. Una fonte importante per elaborare futuri progetti di “riuso dei tratturi” come “cammini” ed altro. Ampia bibliografia.
(*) Nota della Giuria: Benedetto Croce nella Storia del Regno di Napoli, trattando in appendice di Montenerodomo, il paesello di origine della propria famiglia, cita appunto “Angelo di Croce Agrimensore della Dogana di Foggia, ed i figli (Donato, Martino, Michele, prete) che acquistano nel 1720 un gregge di 1500 pecore dalla cappella San Rocco di Lanciano: è da qui che ha origine la fortuna agro-pastorale della famiglia.
SECONDO CLASSIFICATO: Ruggero Dibitonto: “Lungo il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela”. L’Autore organizza in modo completo, collocandole nella giusta prospettiva spazio-temporale, le informazioni e i dati storici. Il suo focus è riferibile al tratto irpino dove è già in atto la valorizzazione del percorso tratturale e dei “cammini” della fede. L’autore evidenzia la complessa stratigrafia sociale ed economica di questi luoghi, limitati, specifici, con toponomastica e riferimenti importanti. Si evidenziano i gruppi sociali che si sono avvicendati nel tempo e la trasformazione del territorio che ne è derivata. Si osserva una esemplificazione metodologica utile ed applicabile anche in contesti diversi sugli altri tratturi regi e in particolare per approfondire gli studi sul Tratturo Pescasseroli-Candela, per il Celano-Foggia e, ovviamente, per il tratturo L’Aquila-Foggia. Ampia bibliografia.
TERZO CLASSIFICATO: Fortunato Zinni “Terra Scura”. L’Autore, nel suo coinvolgente testo, rievoca episodi di vita vissuta, richiamando dimensioni familiari e sociali che hanno come riferimento gli spazi dei tratturi e i tempi della transumanza. En passant, riporta vicende nazionali drammatiche che lo hanno visto spettatore, suo malgrado (strage di piazza Fontana). Un intreccio di vita propria che si sovrappone, come onda spazio-temporale, ad un segmento importante del Tratturo magno, nel tratto attraversato dal fiume Sangro verso la foce (Torino di Sangro), dove si svolge uno scontro sanguinoso tra eserciti alleati e nazisti in ritirata. Luoghi dove vi sono oggi cimiteri di giovani soldati americani caduti nel conflitto sul fiume. I luoghi citati da Zinni sono luoghi ove D’Annunzio descrive le greggi …”..il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria…”. L’Autore fa emergere la forza evocativa dei luoghi del territorio attraversato dal Tratturo Magno, non solo con riferimenti antichi, ma anche con episodi dell’ultimo secolo. Sono tracce importanti da evidenziare quando si vuole dare vita ad un “uso contemporaneo dei tratturi”. Un intreccio tra storia personale, storia locale e nazionale. La transumanza ed i tratturi, testimoni a volte muti, come i pastori, di grandi tragedie, ma anche in grado di ispirare grandi ideali (il grande Raffaele Mattioli che parla di pecore e pastori).
Menzioni speciali della Giuria
Mariangela Picucci: “Al di là della terra”. L’Autrice mette in risalto la valenza del patrimonio storico- culturale e umano della transumanza, basando il suo testo sulle sue esperienze di archeologa sui siti del percorso tratturale, auspicando la loro tutela e valorizzazione per un turismo culturale di pregio. Lessico fluido e d’effetto.
Beniamino Pascale: “Il Tratturo 4.0 che racconta la transumanza ai nativi digitali”. L’Autore individua interessanti informazioni sul tema richiesto, proponendo il suo punto di vista su un futuribile progetto di recupero del territorio percorso dai transumanti sul Tratturo magno. Valide le riflessioni sulla valenza del turismo culturale e sulla necessità del ripopolamento di territori in forte calo demografico: i tratturi devono diventare le direttrici e i vettori di nuovi arrivi, di gente che va e che può restare, come una volta.
Nicandro Marinacci “Transumanza: Radici Risorsa tra passato e futuro”. L’Autore elabora alcune proposte per il futuro scandite in un trekking lungo il Tratturo, dove un’umanità operosa si muoveva scambiandosi usi, costumi, idiomi, tradizioni. Collega la transumanza del passato con le forme attuali, focalizzando le difficoltà incontrate dai pastori all’interno di un sistema economico comunitario omologante ed evidenziando la necessità di una normativa che tuteli le loro produzioni. Utile il richiamo alle attività e al valore economico del mondo pastorale da fare interagire, in modo adeguato, con il settore turistico.
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