L’Archivio di Stato di Foggia, in collaborazione con la Carta di Calenella 21 organizza per sabato 3 febbraio, a partire dalle ore 9,30, il convegno su: “I tratturi armentizi: prospettive di valorizzazione recupero e salvaguardia”.
La scaletta dell’evento prevede i saluti di Massimo Mastroiorio (direttore Archivio di Stato di Foggia); Alice Amatore (assessora alla Cultura del Comune di Foggia) e Nello Biscotti (coordinatore della Carta di Calenella 21).
Seguiranno dalle ore 10 fino alla fine della mattinata, le relazioni di Massimo Mastroiorio (La Cartografia dei Tratturi dell’Archivio di Stato di Foggia); Alfredo De Biase (Valorizzazione dei tratturi); Michele Pesante (La provincia di Foggia tra tratturi e Via Francigena); Massimo Monteleone e Anna Rita Cammerino.
(Valutazione ecologica della rete regionale dei tratturi); Maurizio Marrese (I tratturi, frammenti di naturalità del Tavoliere delle Puglie) e Matteo Pazienza (Incidenza dei tratturi nella città Foggiana).
L’ Adunanza sarà moderata da Teresa Maria Rauzino (Società Storia patria per la Puglia).
Nello Biscotti, coordinatore del gruppo multidisciplinare di studiosi e intellettuali garganici (e non solo) nato a Calenella in piena pandemia, ha annunciato così la terza stagione di un’esperienza che si rinnova: “La Carta di Calenella riprende le sue adunanze. Questa volta è la tredicesima, con un tema e in un contesto particolare: l’Archivio di Stato di Foggia, scrigno della storia di Capitanata. Il tema è “I tratturi”, quanto resta oggi delle “vie erbose”, un’infrastrutturazione che ha caratterizzato la lunga storia pastorale-cerealicola del Tavoliere delle Puglie. Grazie all’Archivio di Stato che ha voluto condividere con la Carta di Calenella questa nuova esperienza”.
Il Convegno, come ha precisato l’architetto Matteo Pazienza, ha lo scopo di approfondire alcune tematiche relative alla rete tratturale odierna; una rete ed un sistema agro pastorale ed economico che nel corso dei secoli (fino all’abolizione della Mena delle pecore avvenuta con l’Unità d’Italia) ha interessato tre regioni dell’antico Regno di Napoli (Abruzzi, Molise e Puglia) con notevoli implicazioni economiche e rapporti commerciali avuti fin dai tempi dell’Imperatore Carlo V non solo con altre regioni italiane (Toscana, Lazio, Umbria, Campania e Veneto ) ma anche con le lontane Fiandre (Belgio/Olanda).
Saranno affrontati temi di carattere ecologico, naturalistico, storico, economico, geografico, oltre alla incidenza che i tratturi ancora oggi hanno sulla città di Foggia; non a caso Foggia è ancora considerata “la Città dei Tratturi” per via della loro marcata presenza e visibilità.
Abstract Interventi e biodata relatori
Massimo Mastroiorio: La Cartografia dei Tratturi dell’Archivio di Stato di Foggia
Massimo Mastroiorio. Avvocato, Funzionario amministrativo del Ministero della Cultura dal 1992, è attualmente il Direttore dell’Archivio Storico di Foggia. In precedenza, ha svolto mansioni apicali presso la sovrintendenza di Fg e Bat partecipando a campagne di scavi e pubblicando i risultati ottenuti. Appassionato di archeologia, esoterismo e ricerca archivistica, ha partecipato e organizzato mostre, convegni e seminari, stipulando accordi di ricerca e collaborazione con vari Comuni italiani e dauni su diversi temi. Ha inoltre tenuto convegni su temi quali i tratturi di Capitanata, i beni Storico-archivistici e le antiche popolazioni daunie; ha partecipato e collaborato con didatta Firenze, lubec Lucca , borsa mediterranea del turismo e al salone del restauro di Firenze.
Alfredo De Biase: Valorizzazione dei tratturi.
De Biase, laureato in architettura a 24 anni, si è specializzato come “Paesaggista tecnico dell’ambiente”, e in “restauro architettonico”. È seguita una seconda laurea in archeologia. È stato curatore di musei. Tra le esperienze professionali più significative si annoverano le docenze nella cattedra di architettura ed urbanistica presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia e poi di Brera a Milano; le docenze in disegno e in storia dell’arte, le lezioni tenute nei corsi di formazione per tecnici del Ministero della cultura e quelle tenute nei master post universitari sui beni culturali.
Nel 2000 entra nel Ministero della Cultura come il direttore presso la Soprintendenza beni architettonici e paesaggistici di Ravenna, dal 2002 viene nominato direttore responsabile della Soprintendenza di Foggia.
Nel 2015 passa nel Polo museale della Puglia come coordinatore responsabile dell’ufficio Progetti e Mostre dell’intera Puglia Nord, in seguito viene nominato prima direttore di Castel del Monte e del Museo archeologico nazionale di Canosa di Puglia e poi del castello di Manfredonia e del Parco archeologico di Siponto. Ha curato numerose pubblicazioni in materia artistica e museale ed è stato intervistato come esperto in documentari su storia ed arte in Italia nelle trasmissioni di Rai 1, Rai 2 e Rai 3 (Linea blu, Sereno variabile Generazione bellezza) e la TV franco – tedesca, art journal). Ha organizzato e relazionato in numerosi corsi, convegni e mostre in Italia e all’estero, ha progettato e diretto numerosi cantieri di restauro architettonico di beni monumentali (castelli, chiese, musei) e l’allestimento di diverse mostre d’arte di interesse internazionale.
Dal 2021 è coordinatore dell’ufficio progetti speciali e valorizzazione dell’Archivio di Stato di Foggia.
Michele Pesante: La provincia di Foggia tra tratturi e Via Francigena
Michele Pesante, già Dirigente del Parco Tratturi della Regione Puglia, è Presidente Associazione Sentieri, Tratturi e Transumanze.
Massimo Monteleone e Anna Rita Cammerino: Valutazione ecologica della rete regionale dei tratturi.
Abstract. La rete dei tratturi (Art. 1 della LR 67/1980) costituisce il demanio armentizio regionale e, nel complesso, contribuisce all’identificazione del “Parco dei tratturi della Puglia” (L.R. n.29/2003) “in quanto monumento della storia economica e sociale del territorio pugliese interessato dalle migrazioni stagionali degli armenti e testimonianza archeologica di insediamenti di varia epoca”.
La Regione Puglia (DGR n.819/2019) ha approvato il Quadro di Assetto dei Tratturi (QAT) al termine di un lungo lavoro di ricerca, analisi e valutazione, sviluppato in seno alla Sezione Demanio e Patrimonio con il supporto di un Comitato scientifico, tra i cui componenti figurano anche docenti dell’Università di Foggia.
Nel 2020 la Regione Puglia ha avviato il procedimento per la formazione del Documento Regionale di Valorizzazione (DRV); a tal fine, ha promosso la formazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare. Il DRV contiene gli obiettivi di carattere generale per orientare i Comuni nella redazione dei “Documenti Locali di Valorizzazione”. Questi ultimi rappresentano il tassello finale del processo di pianificazione e ad essi è demandata la funzione di riqualificazione, valorizzazione ed utilizzazione a scala locale. I criteri progettuali da seguire nel processo di valorizzazione tengono conto di tre principi fondamentali che orientano le azioni: la salvaguardia della continuità; la fruibilità del percorso; la leggibilità dei tracciati. Il contributo riporta, in generale, gli obiettivi, l’articolazione tematica ed i contenuti del DRV, concentrandosi poi su quegli aspetti che gli Autori hanno curato in prima persona come apporto specialistico al lavoro compiuto prima nella redazione del QAT e, successivamente, del DRV. Gli aspetti oggetto di trattazione, infatti, riguardano l’interpretazione dei tratturi come rete ecologica territoriale, da armonizzarsi in modo coerente alla rete ecologica regionale (RER), la valenza ecologica dei tracciati tratturali, gli interventi di conservazione o di ripristino vegetazionale che occorre programmare per conseguire un’idonea riqualificazione delle aree strettamente contermini ai percorsi tratturali, stimolandone così una valorizzazione anche in chiave ecologico-ambientale.
Massimo Monteleone è professore ordinario presso l’Università di Foggia, Dipartimento DAFNE, docente di “Ecologia agraria” e di “Agronomia ambientale e territoriale”.
Anna Rita Cammerino è ricercatrice presso l’Università di Foggia, Dipartimento DAFNE, ed esperta in Sistemi Informativi Geografici (GIS) applicati ad analisi ambientali e territoriali.
Maurizio Marrese: I tratturi, frammenti di naturalità del Tavoliere delle Puglie
Maurizio Marrese è dottore in Scienze Naturali dal 2004 presso l’Univ. degli Studi di Bari con tesi in
Geobotanica. Nel 2007 ha acquisito il titolo di Dottore di Ricerca in “Uomo e Ambiente”, presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia con tesi sulle Zone Umide della Capitanata, il rapporto con l’Università di Foggia è proseguito con un assegno di ricerca. Attualmente è impiegato presso ARPA Puglia
come tecnico professionale per monitoraggio prevalentemente dei corpi idrici superficiali. E’ guida ambientale riconosciuta. Nel corso della sua formazione professionale ha seguito numerosi corsi di specializzazione di vario ordine e grado nel campo delle scienze della vegetazione e conservazione della natura (fauna, flora e vegetazione) e sull’utilizzo del GIS e pilotaggio APR (drone). Ha inoltre maturato diverse esperienze in campo della gestione della natura, pianificazione territoriale, sia nel campo botanico che zoologico, collaborando con diverse Università come quelle di Bari, Siena, Foggia, Ancona, Molise etc. e Parchi Nazionali e Regionali. Inoltre è stato consulente per Enti pubblici come Comuni, Province e Regioni (Puglia, Molise e Basilicata) e associazioni ONLUS. Ha realizzato e partecipato a numerosi progetti per la conservazione della biodiversità finanziati dalla Regione Puglia (POP, POR etc.) ed europei come LIFE e LIFE+. Referente pugliese del Gruppo Lontra Italia e partecipante del Gruppo di Lavoro Italiano sulla Cicogna nera.
È autore di 100 pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo.
Matteo Pio Pazienza: Incidenza dei tratturi nella città Foggiana
Abstract. Uno dei fenomeni di carattere economico che più di altri hanno caratterizzato tutto il processo storico della città di Foggia sin dai tempi più remoti, è stato il processo armentizio espresso con la transumanza; ovvero una pratica, quella della transumanza armentizia, che nei secoli è stata esercitata periodicamente all’interno dell’anno solare attraverso l’uso dei larghi tratturi.
I tratturi, una lunga striscia di terra polverosa che dagli alti monti abruzzesi giungeva fino alla città di Taranto attraversando nel suo lungo e largo percorso naturale la città di Foggia attraversandola per intero nei vari sensi.
E in questo complesso sistema economico per certi versi ad oggi sconosciuto ai più, Foggia ne era, con il “Tribunale della Mena delle Pecore” e la “Dogana”, la Capitale economica ed amministrativa, oltre che giudiziaria sia nel rito civile che in quello penale.
Una presenza, quella dei larghi tratturi all’interno della città quindi, che nei secoli ne ha condizionato l’economia e al contempo ne ha determinato l’evolversi antropologica e sociale; aspetti questi riferiti alle consuetudini, agli usi, ai costumi, ai rapporti umani nonché ai poliedrici rapporti sociali e di accoglienza. E i rapporti sociali non erano soltanto limitati i pastori transumanti e a quelli in transito occasionale, ma erano tenuti anche con i tanti pellegrini che, attraverso i tratturi e non, attraversavano la città per poi proseguire verso i santuari garganici primo dei quali vi era il “Santuario Micaelico” di Monte Sant’Angelo. Ed è questo l’ aspetto che ne ha fatto di Foggia una città di transito; la città dei forestieri per antonomasia. Ma oltre a questi aspetti sociali ed economici plurisecolari, il dato che più di ogni altro ha condizionato la città, è nella sua evoluzione urbanistica; una ripercussione che Foggia ha subito con conseguenze pesanti e successive ricadute riversate anche nel suo aspetto estetico generale; e questo è avvenuto soprattutto per via delle occupazioni abusive effettuate dai ceti popolari fin dall’abolizione della pratica armentizia transumante; occupazioni di suoli finalizzate alla costruzione di piccole abitazioni ad uso proprio; i casalini.
Tutto questo lungo processo di trasformazione urbana caotica e improvvisata (quasi anarchica) è avvenuto.senza che nessuno abbia mai potuto o voluto proporre alternative o rimedio; e ciò in quanto le aree tratturali erano sempre state considerate “Terra di Nessuno”; e quindi hanno rappresentato una comoda soluzione al problema abitativo dei ceti meno abbienti locali; il tutto ovviamente causando squilibri estetici visivi oltre che sociali e sanitari; squilibri che ancora ad oggi sembrano decisamente insuperabili. Tutto questo è avvenuto perché tutte le aree tratturali incluse quelle urbane (costituite nel loro insieme da tratturi propriamente detti, tratturelli, bracci e riposi) erano aree demaniali; e questa caratteristica propria di inalienabilità, è rimasta inalterata anche con l’abolizione definitiva della pratica armentizia avvenuta con l’unità d’Italia.
A seguito della istituzione delle Regioni quali organi amministrativi decentrati dello Stato, tutte le aree tratturali sono passate per competenza ai demani regionali; e per Foggia la competenza era stata trasmessa al demanio regionale facente capo all’assessorato al bilancio della Regione Puglia; il quale assessorato però, non ha mai mostrato alcun interesse verso il problema dei tratturi se non nella parte economica; soprattutto il disinteresse è stato per i tratturi che ricadevano all’interno di una città; una città da sempre caratterizzata dalla forte e irragionevole espansione edilizia sul ilterritorio a fini speculativi. A questo primo disinteresse imputabile agli organi amministrativi regionali, ovviamente ne ha fatto seguito un altro; ovvero il disinteresse mostrato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo alla guida della città. Sicché ad oggi si ha che, se le parti centrali della città interessate dagli antichi tratturi sono interamente occupate da abitazioni di scarso valore artistico, economico e sociale, lo stesso avviene anche per le aree tratturali di accesso alla città; ed esattamente con gli ingressi di Via San Severo, di Via Lucera e di Via Manfredonia. E per quanto si sottolinei continuamente la necessità di migliorare almeno l’ aspetto estetico degli ingressi alla città insieme alle condizioni abitative igienico – sanitarie dei suoi abitanti , di fatto nulla si muove. Sicché ad oggi i tratturi urbani sembrano più che altro una maledizione e una condanna della città alla
bruttezza.
Pazienza Matteo Pio si è laureato a Firenze con lode nel luglio 1975 con la tesi “Assalto al paesaggio: Nuove problematiche nella crisi energetica contemporanea. Verifica sulla opportunità dell’utilizzo e dell’inserimento nel territorio di pale eoliche e pannelli solari”.
Ha operato come architetto e urbanista in Italia e all’estero, e negli ultimi anni ha pubblicato su riviste specialistiche e di opinione articoli relativi alla necessità della salvaguardia ambientale, alla storia urbanistica della città Foggia e della sua provincia e alle bellezze di alcuni paesi del Gargano e del loro paesaggio; bellezze raccontate e descritte in forma letteraria più che in forma tecnico-scientifica.
Evento con il Patrocinio gratuito del Comune di Foggia
Diretta live su pagina Facebook Carta Calenella.
Media partner: Amara terra mia.