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Siccità, Naturale (M5S): “Urge concretezza nella manutenzione delle infrastrutture e degli invasi”

L’analisi della senatrice foggiana alla luce delle ultime fantasiose proposte e delle soluzioni fantascientifiche.

FOGGIA – Risolvere il problema della siccità con metodi fantasiosi sembra essere l’ultima moda del 2024. Leggevo su un noto quotidiano una notizia proveniente dalla Sicilia in cui si era fatta un’ipotesi grottesca: travasare i pesci dai laghi e usare l’acqua per irrigare. Neanche in un film di Stanley Kubrick…

Poi alle agenzie giunge una dichiarazione del presidente della Regione Sicilia ed ex presidente del Senato Renato Schifani, che propone di costruire nuovi invasi o di terminare i lavori di altre costruzioni iniziati decine e decine di anni fa. 

Siamo concreti! A mani basse, ora, e senza perdere più neppure un giorno, si proceda a mettere in campo azioni utili allo sfangamento delle dighe e degli invasi esistenti. 

Da troppo tempo si dice sempre la stessa cosa, si parla di dispersione idrica in condotte fatiscenti, di invasi stracolmi di detriti ma si continua a non fare nulla! Ci si perde in grandi progetti come la diga di Piano dei Limiti o in intrighi politici interregionali come per la condotta del Liscione e spesso interi agglomerati urbani restano senza acqua e, davvero troppo spesso,

i campi non possono essere irrigati causando un vero e proprio disastro naturale e socio economico dal valore inestimabile. Questo è il periodo della raccolta dei pomodori, ma i campi che li ospitano sono sempre più secchi. Medesimo discorso per il comparto vinicolo, poiché per colpa della siccità, come è accaduto l’anno scorso si dovrà procedere ad una vendemmia anticipata, a discapito della qualità e della quantità dell’uva raccolta e dei suoi derivati. 

La situazione è tragica. 

Qualche dato: ogni anno in Italia si consumano 26 miliardi di m3di acqua e se ne spreca tanta da poter soddisfare il fabbisogno di 43 milioni di persone. Praticamente quasi un’altra Italia. 

Da quando questa maggioranza è al Governo ha parlato solo di “faremo”, “valuteremo”, senza mai trovare soluzioni strutturali.  Dai fondi del PNRR, sono destinati alle risorse idriche ben 4,3 miliardi e a oggi ne sono stati realmente spesi circa il 25%. 

Il commissario straordinario per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, esattamente un anno fa ha detto che “serve una pianificazione seria per capire quanta manutenzione vada fatta e quindi per riuscire a gestire i soldi”. 

Cosa è accaduto dopo un anno? Nulla! Dell’Acqua ha anche aggiunto che per gestire l’emergenza serve un’unica regia, ma il controsenso arriva dal Governo Meloni, che invece ha approvato la riforma dell’autonomia differenziata.

Allora mi domando: se non si è in grado di migliorare, bonificare, sostituire (e non rappezzare alla buona) la rete idrica esistente, che risale a svariati decenni fa,  come sarebbe possibile effettuare nuove grandi opere, che farebbero esattamente la stessa fine con la mancanza della manutenzione?

Partiamo a mani basse sulla manutenzione dell’esistente, facciamolo in maniera radicale e razionale, ma basta chiacchiere e speculazioni, perché di questo passo la desertificazione è sempre più vicina!

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