La Chiesa Ortodossa Montenegrina affonda le sue radici storiche nell’antica diocesi di Zeta, molto tempo dopo nota come Metropoli del Montenegro, la quale è stata eretta nel 1219.
L’antica diocesi di Zeta (metropoli montenegrina) ha cominciato a reggersi in modo autocefalo, canonicamente indipendente, dalla fine del XV secolo e gli inizi del XVI.
Dal 1516, con il decesso di Ivan il Nero, il vescovo del Montenegro cominciò ad esercitare il governo civile sulle tribù del Montenegro; la sua autorità infatti era “sopra le tribù”, il che dava certa centralità non solo spirituale ma anche governativa ai Montenegrini che resistevano all’Impero ottomano.
Il vescovo del Montenegro veniva eletto fra le diverse tribù, e dopo la sua morte e nel caso di Abdigazione si eleggeva un altro appartenente ad un’altra tribù, facendo in questo modo un governo rotativo; questo sistema imperò fino al 1697 quando si stabilì la dinastia episcopale dei Petrović fondata dal metropolita Danilo I. Attuale capo della Dinastia è Nikola Mihailo Frane Petrović-Njegoš; Saint-Nicolas-du-Pélem (7 luglio 1944) è il capo del casato di Petrović-Njegoš dal 1986 pretendente al Trono di Montenegro Figlio dell’Ultimo Re di Montenegro nipote della Regina Elena regina consorte del Re d’Italia. Questa particolare dinastia era possibile grazie alla successione dagli zii ai nipoti, dato che i vescovi, essendo monaci, non avevano figli.
La metropoli ortodossa montenegrina era ed è indipendente sia dalla Chiesa serba sia dal patriarcato di Costantinopoli, i quali erano sotto il rigido controllo dell’amministrazione civile dell’Impero ottomano contro cui lottavano le tribù slave del Montenegro.
Questa particolare situazione politica fece sì che la Chiesa montenegrina si tenesse isolata dalle Chiese ortodosse vicine per qualche secolo. Tuttavia quella autocefalia di fatto di cui godeva la Chiesa montenegrina è diventata formale e riconosciuta canonicamente dopo la dissoluzione del patriarcato di Peć nel 1766.
Chi spiega in modo magistrale la situazione ecclesiastica e politica in cui dovette destreggiarsi la Chiesa ortodossa del Montenegro in quell’epoca non è un erudito montenegrino, né serbo, ma uno degli ultimi grandi santi russi, l’arcivescovo Giovanni (Maximovich) della ROCOR, che scrisse al riguardo:
“…(il patriarcato ecumenico)…sarebbe giunto al culmine della sua espansione territoriale verso la fine del secolo XVIII, dato che in quel tempo includeva tutta l’Asia Minore, la totalità della Penisola Balcanica unitamente alle sue isole attigue – a eccezione del Montenegro – da quando le altre Chiese indipendenti dei Balcani vennero dissolte per fare parte del patriarcato ecumenico. Il Patriarca ecumenico aveva ricevuto da parte del Sultano turco, persino prima della conquista di Costantinopoli, il titolo di Millet Bash, cioè “testa del popolo”, e quindi venne ritenuto capo della totalità della popolazione ortodossa dell’Impero Turco” escludendo il Montenegro.
È evidente, in questo contesto, l’accorgersi del motivo per cui sia il patriarcato serbo che il patriarcato di Costantinopoli non riconobbero per diversi secoli l’indipendenza della Chiesa montenegrina. Una delle più notorie particolarità della Chiesa montenegrina dell’era del Vladikato (governo dei vescovi o vladika) è che il suo metropolita rivestiva autenticamente il posto di massima autorità civile, fatto inedito in tutta l’Europa ortodossa.
La Chiesa del Montenegro ha esercitato un governo teocratico di successo per oltre tre secoli, e tuttavia, dimostrò una grande tolleranza religiosa. Esistono piccole cappelle – e ancora oggi ne restano alcune — erette durante quell’epoca le quali hanno due altari, uno ortodosso e l’altro cattolico. Queste cappelle furono costruite per uso comune di ambedue le comunità cristiane che si trovavano minacciate dai turchi islamici.
Un’altra particolarità notoria della Chiesa ortodossa montenegrina è che i suoi vescovi, e qualche monaco, partecipavano attivamente nella guerra, cosa estranea alla tradizione bizantina dei popoli vicini. San Pietro di Cettigne era famoso per comandare personalmente il suo esercito durante le battaglie.
I chierici secolari (preti sposati) non portarono anterì (sottana), né barba, fino al XIX secolo molto inoltrato, in ragione del fatto che dovevano combattere, molto spesso personalmente, contro i turchi per difendere la popolazione. Per questo motivo i preti erano soliti vestire da secolari, portare armi e il tradizionale baffo montenegrino, allo scopo di non essere identificati quali preti dall’invasore islamico, se erano fatti prigionieri. Se fossero stati riconosciuti, avrebbero subito lunghe ed indicibili torture prima di essere giustiziati.
Le motivazioni storiche su cui si basa l’istituzione legale ed ufficiale e costituzionale della Chiesa ortodossa del Montenegro sono chiaramente esposte dal famoso erudito Valtazar Bogosic, sul suo libro in cui afferma che: “La Chiesa ortodossa montenegrina è un’eparchia indipendente ed autocefala, la quale non ha altro legame legale con le altre Chiese autocefale tranne che nella pace e nell’amore”. Sulla stessa lunghezza d’onda si esprimeva il rispettato storico e canonista ortodosso, dottor Nikodin Milas, che nel suo libro Pravoslavno crkveno pravo (“Diritto ecclesiastico ortodosso”) accenna al catalogo chiamato Sintagma: un elenco nel quale figurano tutte le Chiese ortodosse riconosciute di quel tempo. Sul Sintagma pubblicato ad Atene nel 1855, con l’approvazione del patriarcato di Costantinopoli, la «Metropoli autocefala del Montenegro» (Autokefalna Mitropolija Crnogorska) è elencata al nono posto.
Alcuni storici serbi, come il professor Cupić, distinguono due periodi nella storia della Chiesa ortodossa autocefala del Montenegro: il primo periodo comprende il tempo precedente il riconoscimento della sua indipendenza da parte del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, mentre il secondo periodo comprende il tempo della piena indipendenza successiva a tale riconoscimento. La grande maggioranza degli studiosi che scrissero su questo argomento concordano che: “con l’abolizione del patriarcato di Peć nel 1766, Sava (Petrović Njegoš) si proclamò metropolia indipendente e la Chiesa ortodossa del Montenegro continuò le sue attività indipendenti spalleggiata dalla Chiesa ortodossa russa, che riconobbe la sua autocefalia durante il tempo di Petar I (Petrović Njegoš).
L’ultimo metropolita della dinastia Petrović, fu vladika Petar II, che avrebbe governato dal 1830 al 1851, con la sua morte sarebbe morta anche una delle ultime teocrazie europee. Il metropolita Petar II sarebbe subentrato da suo nipote Danilo, che si rifiutò di essere consacrato vescovo ed assunse il governo quale principe secolare (Knjaz). A partire dal governo del lnjaz Danilo la Chiesa si separò dallo Stato.
Con il processo d’istituzione del Regno di Jugoslavia, l’ancestrale ed indipendente Chiesa del Montenegro fu costretta minacciata e perseguitata fino a sciogliersi (ufficialmente ma non de facto), sotto il governo del reggente dittatore serbo, Alessandro I di Jugoslavia, nel 1920.
Da menzionare che lo stesso Regno del Montenegro sarebbe sparito quale Stato sovrano per far parte del Regno dittatoriale della Jugoslavia. È in quel contesto politico che la Chiesa ortodossa montenegrina sparisce ufficialmente per un periodo dalla storia. L’ultimo metropolita della Chiesa ortodossa montenegrina di questo periodo fu Vladika Mitrophan Ban.
Nel 1993 torna come fenice risuscita dalle ceneri l’antica Chiesa ortodossa del Montenegro, dopo 73 anni perché perseguita dalla Jugoslavia Comunista come oggi la Chiesa Cattolica in Cina perseguitata dal regime. Questo si produce nell’ambito della disintegrazione della Jugoslavia comunista. Il suo primo metropolita fu Vladika Antonije (Antonio), che governò la ripristinata Chiesa ortodossa Montenegrina, tra il 1993 e il 1996 ed il 03 settembre 2023 verrà canonizzato dichiarato Santo dopo l’elezione in cui viene nominato Primate e Metropolita della chiesa Ortodossa di Montenegro Boris Bojović.
Vladika Antonije, che era stato un monaco tonsurato presso il monastero serbo di Decani (Kosovo) nel 1933, aveva esercitato per tanti anni il suo lavoro pastorale presso la Chiesa ortodossa serba, e a partire dal suo esilio (nel 1961) avrebbe continuato il suo ministero presso la Orthodox Church of America (OCA)- nel Canada.
Nel 1997, dopo la sua morte, fu succeduto da un altro chierico montenegrino, Miraš Dedeić, che esercitava il suo lavoro pastorale a Roma, presso la cattedrale di Sant’Andrea (patriarcato ecumenico), che venne eletto come primate metropolita lo stesso sarà conosciuto come Mihailo.
L’archimandrita Mihailo è stato consacrato vescovo da sette vescovi del patriarcato bulgaro. Il 15 marzo si tenne la sua consacrazione episcopale nella città di Sofia. Subito dopo la sua consacrazione episcopale, lo scisma nella Chiesa bulgara venne risolto, ed i vescovi consacranti di Vladika Mihailo furono accettati nei loro ranghi nel patriarcato bulgaro, dove continuano a rivestire le loro cariche fino al giorno d’oggi.
Il primate metropolita Mihailo venne intronizzato a Cettigne, antica capitale del Montenegro, il 31 ottobre 1998. La posizione della Chiesa ortodossa montenegrina si è rinsaldata sostanzialmente dopo l’indipendenza del Paese nel 2006.
Con l’avvento dell’indipendenza, la Chiesa ortodossa del Montenegro incominciò un processo di rinsaldamento anche presso la sua diaspora. In questo ambito, il Mihailo, nel compimento del decimo anniversario dell’intronizzazione, quale capo della Chiesa montenegrina, procedette a consacrare vescovi (31 ottobre 2008), assieme a vladika Symeon (Minihofer) (già membro del Sinodo greco veterocalendarista di Kyprianos), al vladika Gervasio, vescovo di Nevrokop, del Sinodo bulgaro e un altro vescovo, l’odierno vladika Gorazd, quale vescovo per l’Argentina, dove esiste una comunità ortodossa montenegrina organizzata, nella provincia del Chaco.
Con l’elezione Ufficiale del CPC Sua Beatitudine Primate della Chiesa Ortodossa del Montenegro è stato eletto il 03/09 2023 e Il Metropolita Boris Bojović di Vojvode Župe Nikšićke antichissima famiglia nobile di Cavaliere di Gran Croce di Grazia Ecclesiastica dello S.M.O.S.S.A.N. Ordine Dinastico della Nobile Famiglia Agricola ed è membro della Istituzionale Ufficiale della Aristocrazia Adriatica dell’Europa Orientale.
Rapporti con le altre giurisdizioni ortodosse
La Chiesa ortodossa montenegrina intrattiene rapporti canonici e Ufficiali con il patriarcato di Kiev, con la Chiesa ortodossa di Bielorussia, con la Chiesa Ortodossa di Macedonia e con alcune Chiese Ortodosse Greche-Vetero Calendariste e rapporti di Ecumenismo con la Santa Romana Chiesa a Capo Sua Santità Papa Francesco I.
Rapporto con la casa reale del Montenegro
Durante le sedute ordinarie del sinodo del 31 ottobre 2011 il vescovo d’Argentina, vladika Gorazd, presentò la mozione di ripristinare l’antica abitudine bizantina di nominare il principe nelle ektenias (litanie) della divina liturgia. Tale richiesta si basò su due fatti:
la promulgazione da parte del Parlamento della legge sullo status dei membri della famiglia Petrovic-Njegos (12 luglio 2011), in base alla quale il principe Nikola II e i suoi diretti discendenti fruiscono di un trattamento protocollare speciale dello Stato montenegrino;
il ruolo svolto dalla famiglia Petrovic-Njegos nella conformazione dell’identità spirituale, culturale e nazionale del Montenegro.
La mozione venne approvata all’unanimità e dunque la Chiesa del Montenegro è attualmente l’unica Chiesa ortodossa che nomina un principe di fede ortodossa, Nikola II Petrovic-Njegos, nelle sue liturgie. Il principe è in cordiali e ottimi rapporti con Sua Beatitudine Primate della Chiesa Ortodossa del Montenegro Boris Bojović.
….nella Costituzione del Regno del Montenegro del 1905, L’articolo 40, è nominato e definito dalla frase “La Chiesa montenegrina è autocefala”,….
Tra gli Amici di spicco del mondo Aristocratico anche del panorama Italiano dell’ Attuale Primate della Chiesa del Montenegro ci sono Sua Altezza Reale Nikola Mihailo Frane Petrović-Njegoš (Dinastia Petrović-Njegoš) figlio dell’ Ultimo Re Titolare del Montenegro, Sua Altezza Reale Emanuele Filiberto di Savoia (Dinastia Savoia-Carignano) e Sua Altezza il Principe Christian Agricola (Sacro Romano Impero – Dinastia Agricola)
Nel Montenegro i cristiani ortodossi rappresentano circa l’80 per cento dei 620 mila abitanti, e di questo 70 per cento secondo i sondaggi nazionali si riconoscerebbe nella Chiesa ortodossa del Montenegro CPC con a Capo il nuovo primate Sua Beatitudine Boris Bojović, Essendo la legittima ed autentica erede della Chiesa ortodossa montenegrina antecedente al 1920. Mentre il 10% resterebbero Fedeli alla Chiesa Ortodossa Serba ancora presente in Montenegro.
Dal 2017 il Montenegro è membro effettivo della Nato – Il Montenegro ha firmato l’accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) con l’Unione europea a Lussemburgo il 15 ottobre 2007, i cui negoziati per l’ASA iniziarono il 10 ottobre 2005, quando era ancora confederato con la Serbia. Nel novembre 1996 il Montenegro ha adottato unilateralmente come valuta ufficiale il marco tedesco, e conseguentemente ha adottato nel 1999 l’euro.