VICO DEL GARGANO (Fg) – Appena si sarà concluso il duello fra il consigliere comunale Michele Sementino e il sindaco Raffaele Sciscio e torneremo a parlare del paese dell’amore, vorrei porre pacatamente una riflessione a quella poca “classe politica” che ancora resiste, quella un po’ distante dalle processioni e dai botti a vuoto di Chiarappa e Presutto. È arrivato il momento di chiederci perché un pezzo importante del territorio, Calenella, non è assimilabile ad altre località che hanno dato valore, lavoro, nuove opportunità, economia, sviluppo. Quello ch’è stato possibile in altri luoghi, pregiati e meno pregiati del nostro, non trova raziocinio dalle nostre parti per lasciare le cose ad ammuffire o degradare dal tempo. Quello che si è potuto fare sulle colline di Mattinata, Vieste, persino in Costa Smeralda ed in centinaia, migliaia, di altri luoghi, a Calenella si consacra e si certifica la sua vocazione alla produzione di broccoletti, finocchi, zucchine ed altri ortaggi. Compito di oggi, di fronte al certificato declino, alla fuga dei giovani, alla fame di lavoro, alla sopravvivenza, è quello di ripensare al ruolo dell’intero comparto e alle tante opportunità dimenticate e cadute nel silenzio tombale. Il comparto di Calenella può rappresentare un nuovo modello, alternativo, che trova le sue ragioni di vita non nel consumismo d’assalto, o peggio, in alcuni modelli zingareschi, ma in una intelligente operazione di contrasto alla marginalità con nuove opportunità, basate sul rapporto intimo con la natura circostante, la totale integrazione e fusione con la storia e le bellezze dintorno. I moderni studi di architettura, i nuovi materiali, gli usi intelligenti degli spazi, la cura dell’ambiente, le piante, la cucina, i cibi, le passeggiate, lo svago, senza toccare i luoghi della storia e delle tradizioni, oggi sono le nuove vie da percorrere. Questo porterebbe valore, economia, scoperta e cultura del luogo, sviluppo di nuovi segmenti come l’agroturismo che potrebbe beneficiare dell’immagine importante del Parco Nazionale del Gargano, e perché no, di un marchio “Calenella”. Le presenze turistiche, oggi limitate da una offerta limitata, hanno un potenziale di sviluppo notevole e Calenella è il luogo che non richiede di modificare o stravolgere l’esistente, ma anzi lo tutela dall’abbandono e ne esalta il ruolo. Oggi vi è un turismo “curiositas” alla ricerca di luoghi primordiali, affascinanti, fatto di emozioni, di storia, di atmosfere, e pure del buon mangiare e del buon bere. Un turismo che non cerca solo mare e montagna, vacanze piatte a numerare albe e tramonti, con cosiddetti animatori sguaiati e chiassosi. Oggi si cerca un appagamento più completo e diversificato, quasi l’innamoramento dei luoghi che il territorio può offrire a piene mani. È una sfida? Certamente è una sfida, ma serve a dare a Calenella la possibilità di aprirsi a nuove vie, di andare oltre l’ottuso pensiero del “guardare e non toccare”.
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