VICO DEL GARGANO (Fg) – Continuano gli incontri del direttore generale della ASL Foggia, Antonio Giuseppe NIGRI, sull’avvio dei cantieri finanziati dal PNrr per la medicina territoriale.
Questa mattina è toccato al comune di Vico del Gargano, sede del Distretto 53. Appuntamento presso la sala consiliare, ricevuto dal sindaco Raffaele SCISCIO e dalla assessora al ramo Rita SELVAGGIO. Il Direttore Nigro, accompagnato dall’equipe dei tecnici del progetto e dalla direttrice del Distretto Cinzia PICCALUGA, ha illustrato il progetto per la realizzazione dell’Ospedale di Comunità.
La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla “sofferente” situazione del settore emergenza urgenza. Il direttore Nigri, pur sottolineando le gravi difficolta negli organici di medici e infermieri, ha tenuto a precisare che i servizi, attualmente operanti nel nostro Distretto 53: “guardia medica”; “punto di primo intervento”; “servizio 118”; “elisoccorso” saranno sistematicamente assicurati, anche in considerazione dell’imminente stagione turistica.
Amministratori e tecnici si sono poi recati presso i locali del Distretto per un sopralluogo al cantiere, dove “in diretta” è stato illustrato il progetto del nuovo “Ospedale di Comunità”.
Vi anticipiamo alcuni dettagli: verrà realizzato al piano primo e secondo dell’ala Nord-Ovest, interessando una superficie di circa 1160 m2 ; l’area degenza ospita n.10 camere di degenza, n.2 soggiorno comune, n. 1 studio medico, n.1 locale medicazioni, n. 2 locale infermieri e controllo infermieri, una palestra per attività riabilitative, bagno assistito e vuotatoio. L’area destinata ai Servizi generali ospita invece sala d’attesa, n. 2 servizi igienici utenti e n. 4 servizi igienici per il personale distinti. L’area logistica, infine, ospita n. 6 depositi e un locale sosta salme. Il tutto sviluppato su due piani. L’ospedale di Comunità in analisi è una struttura con 20 posti letto, intermedi tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale, ovvero un ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale per tutte le persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio.
di Michele Angelicchio