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Al teatro “Dalla” di Manfredonia Cascavilla racconta il decennio Settanta, fra sogni, piombo e stragi

MANFREDONIA (FG) – Luigi Pinto di Foggia era in piazza a Brescia, il 28 maggio del 1974. Delle otto vittime di quella strage, cinque erano insegnanti, della Cgil scuola, erano tutti assieme in quella piazza.

Luigi Pinto 25 anni insegnava in una scuola della provincia bresciana “applicazioni tecniche”, sposato da poco. Lo scorso anno (2024), nel cinquantesimo della strage, commemorazioni, ricordi e amarezze per i ritardi dei processi… Nell’occasione a Brescia è uscito un libretto dello storico e filosofo Mario Cassa su “La lezione del 28 maggio”, con un ritratto di Luigi Pinto. Si sottolinea la “naturale inclinazione ad operare tra i giovani, a stimolarli con la felicità dell’invenzione…”, la generosità, l’umiltà… era, scrive Cassa, “l’immagine più luminosa e pulita d’una civiltà eletta, la civiltà del nostro Sud”. Foggia non lo ha dimenticato, ha dedicato a Pinto una stele nel 2013 e lo scorso anno è stato ricordato con testimonianze, mostre…

Quattro processi e l’ultimo ancora in corso (dopo 51 anni). Depistaggi, inquinamento delle prove, coperture.  La vicenda giudiziaria segue inizialmente la pista bresciana, Ermanno Buzzi, una figura tra criminalità comune e politica, condannato all’ergastolo nel 1979. Buzzi viene strangolato nel carcere speciale di Novara dai neofascisti Concutelli e Tuti.

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Altre piste, altri indizi. Tutto sembra fermo. Poi i giudici di Bologna, che indagano sull’Italicus, scoprono nel 1985 notizie importanti, raccolte dai Servizi segreti già nel 1974 (e tenute nascoste), da un informatore fascista, nome in codice “Tritone”. Si apre l’indagine sulla pista veneta di Ordine nero e nel 2017 sono condannati all’ergastolo in modo definitivo il medico veneziano Carlo Maria Maggi (Ordine Nuovo) e Maurizio Tramonte “Tritone” (ex servizi segreti). Il primo come mandante e il secondo perché sapeva e non ha informato o impedito la strage.

Per gli esecutori materiali si apre un fascicolo solo nel 2011 con la testimonianza di un collaboratore di giustizia. Il 3 aprile 2025, il tribunale dei minori di Brescia condanna Marco Toffaloni (all’epoca aveva 16 anni) a 30 anni come esecutore materiale. È cittadino svizzero e probabilmente non sconterà la pena. In corso il dibattimento per l’altro esecutore materiale Roberto Zorzi, che vive negli Usa. Manlio Milani (che nell’attentato di piazza della Loggia perse la moglie Livia), presidente dell’associazione delle vittime di Brescia, non nasconde la sua amarezza per i ritardi, le coperture, i depistaggi. “Nel 1974 si sapeva già tutto! E si è aspettato 51 anni”.

La strage di Brescia è uno degli episodi centrali del decennio. A Manfredonia, al teatro Dalla, sarà presentato una ricostruzione di quel periodo: non solo anni di piombo e di stragi, ma anche di sogni, di cambiamenti sociali e culturali profondi.  “Ci siamo interrogati – scrivono gli autori – cosa è successo in quegli anni così violenti (al limite della guerra civile) eppure così impegnati, creativi”.

Anni di stragi e attentati quotidiani raccontati dalle cronache, dalle interpretazioni sul campo, inchieste, film… poi da sintesi storiche, monografie, memorie… E continuano a uscire nuove ricostruzioni e punti di vista, anche romanzi su vicende personali e familiari. Eppure non vi è ancora un racconto “completo” e condiviso (né crediamo vi sarà mai), che possa ricomporre un quadro che chiarisca gli angoli bui, le verità nascoste, i mille drammi di persone e famiglie.

“Noi abbiamo pensato di fare un lavoro diverso, raccontarvi una storia spezzettata, anno per anno e seguendo quattro percorsi: gli eventi, il contesto, i ritratti, le parole. Linee separate e intrecciate. I tempi di scorrimento sono lenti, potete prendervi tutto il tempo e costruire un grande puzzle. Seguire il percorso disegnato o isolare singoli aspetti, iniziare dalla conclusione o da un anno particolare…”

A Manfredonia, mercoledì 16 aprile, al Teatro “Dalla” alle ore 20, nel quadro degli incontri del Circolo degli ErEtici, si discuterà di questo lavoro, saranno presenti gli autori (Paolo e Roberto Cascavilla), il regista Cosimo Severo e il giornalista Felice Sblendorio. Sarà un momento per mettere a fuoco un decennio vorticoso, tormentato tra contestazione, strategia della tensione e mutamenti sociali e culturali enormi e impensabili.  Un decennio che si apre con la strage di Piazza Fontana e si conclude con la strage di Bologna nel 1980. Un mosaico con centinaia di pezzi, per descrivere il “decennio più lungo del secolo breve”. Potete cliccare “Sogni e piombo” e potete entrare dentro gli anni Settanta.

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